L'anno di Mantova Dove la cultura è un vero best-seller

Mostre, vernissage, concerti: la città dei Gonzaga festeggia i vent'anni del Festival della Letteratura

Elena Luraghi

La città di Virgilio, del Festival della Letteratura (che a settembre compie vent'anni) e dei Gonzaga, per un anno sarà sotto gli occhi del mondo. È bastato il tam tam mediatico della nomina a Capitale Italiana della Cultura 2016 a fare registrare, in pochi mesi e in pieno inverno, un più 40% di presenze turistiche. Un vero record per il capoluogo lombardo che nel progetto vincitore dichiarava, senza inutili coup de théâtre, di volere diventare una Smart human city con l'obiettivo di valorizzare soprattutto i suoi monumenti.

Ma in questo anno così speciale anche l'elenco degli appuntamenti è lungo: dalla mostra dedicata al direttore del sito archeologico di Palmira Khaled al-Asaad al Museo Archeologico Nazionale, ai festival artistici, alla riapertura del settecentesco Palazzo d'Arco dopo il terremoto del 2012, ogni mese avrà i suoi highlights e le sue particolarità. Verranno avviati i restauri del Teatro Bibiena, la bomboniera barocca che a pochi giorni dall'inaugurazione ospitò un concerto dell'allora quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, di una facciata di Palazzo Te e della Torre della Gabbia, dove un belvedere a 51 metri d'altezza proporrà una veduta inedita del centro storico: dall'alto verso il basso, vera rarità in una città cadenzata da un'orizzontalità quasi totale, urbana e paesaggistica. Inedita è anche la riapertura, dopo vent'anni di abbandono, delle Pescherie di Giulio Romano. Restaurate e valorizzate da un gioco di luci che fa specchiare le colonne nell'acqua come una sofisticata scenografia d'autore, grazie alle guide degli Amici di Palazzo Te nel fine settimana regalano l'esperienza delle minicrociere sul Rio, il corso d'acqua che le affianca regalando scorci di poetica bellezza.

Il vero capolavoro di Giulio Romano però è Palazzo Te, la villa suburbana voluta nel Cinquecento da Federico II Gonzaga, piena di sale affrescate (la più bella, quella dei Giganti, tra i fan annovera anche Jovanotti che ha voluto girarci un video) su quella che allora era un'isola del lago Paiolo, che oggi non esiste più. Sono però rimasti altri tre specchi d'acqua, da circumnavigare in bicicletta con le guide dell'Associazione Scarponauti (www.scarponauti.it), conoscitori del territorio in tutte le sue declinazioni, comprese le sculture open air del Parco Periurbano.

Oppure da scoprire, fra pennellate color smeraldo e fioriture di loto, con i battelli in partenza dal Lago di Mezzo alla volta della Vallazza e del fiume Mincio, che attraverso le chiuse di Leonardo si ricongiunge al Po (per informazioni: www.motonaviandes.it). In città intanto si materializzano i primi risultati del lavoro di Peter Assmann, da pochi mesi alla direzione di Palazzo Ducale, mastodontico complesso made by Gonzaga che da quando è stato realizzato, a partire dal XIII secolo, non ha mai smesso di incantare il mondo. «Sapete che dopo i danni del terremoto del 2012, e la temporanea chiusura del nostro gioiello più importante, la Camera degli Sposi del Mantegna, i flussi turistici in città erano diminuiti del 40 per cento?» rivela il direttore. Che per il futuro della «cittadella» dei signori di Mantova sogna in grande e prevede un nuovo ingresso, un bistrot, spazi per mostre di arte classica e contemporanea, il museo dei bambini nell'Appartamento dei Nani. Ma anche un allestimento scenografico attorno alle tele di Rubens (titolo suggestivo: il Rubens Ritrovato), una mostra multimediale all'ingresso della Camera degli Sposi e uno spettacolo di sculture di luci lungo le mura esterne che gareggeranno, in quanto a suggestioni, con quelle delle Pescherie. L'apoteosi della storia attraverso la tecnologia.

Per tornare alla semplicità della tradizione, basta sedersi a tavola: ai Cento Rampini (www.ristorantecentorampini.com) va in scena la cucina di una volta, con tortelli di zucca e abbondanti porzioni di risotto alla mantovana. Da Giallo Zucca (www.giallozucca.it), i piatti del passato sono affiancati da ricette creative come il cous cous di pesce e verdure (ma il menu cambia ogni mese).

E per dormire, l'Antica Dimora rivela già nel nome il proprio mood: camere al profumo di storia, in una palazzina del Settecento a pochi minuti a piedi dal centro storico (www.anticadimoramantovana.it, da 109 euro la doppia).

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