Bonaccini va a Mirafiori. Ma finisce contestato pure dai sindacati

Il candidato segretario del Pd va nella storica fabbrica di auto per ripudiare il Jobs Act. Ma qui i problemi sono altri

Bonaccini va a Mirafiori. Ma finisce contestato pure dai sindacati

Nel suo tour per il congresso Pd, Bonaccini è andato a Mirafiori per fare abiura sul Jobs Act, che pure, quando era ancora renziano, sostenne. Lo ha fatto fuori ai cancelli della fabbrica, dove una volta andavano i partiti di sinistra a manifestare con gli operai. L’ultima volta a Mirafiori invece ci era andato Salvini.

E infatti persino la Fiom non prende bene la passeggiata del futuro segretario del partito Democratico: “Va bene andare ai cancelli, ma il Pd dovrebbe prendere una posizione chiara su qual è la politica del lavoro del partito, su cosa fa per i lavoratori”, commenta Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese. ”Dovrebbero dire a Torino che idea hanno su Mirafiori, se sono d'accordo su questo lento declino, se bisogna fare qualcosa e che cosa. Dovrebbero parlare con le organizzazioni sindacali e non lo fanno", osserva ancora il sindacalista.

Infatti Bonaccini a Mirafiori più che di lavoro è andato a parlare di pensioni. Eppure è notizia di ieri che al 2006 al 2022 la produzione di auto a Mirafiori è passata da 218 mila a 88 mila unità, i dipendenti nel 2018 erano 15.459 a fine dello scorso anno 11.336, con un calo di oltre il 26%. Attualmente l'età media degli addetti della Carrozzeria è di 55 anni il che significa che senza assunzioni entro i prossimi 7 anni il 70% dei lavoratori andrà in pensione.

"Al di là della propaganda positiva a cui stiamo assistendo - dice Edi Lazzi - il rilancio di Mirafiori è ben lontano dall'essere attuato. Oggi un sito che si estende per 3 mln di metri quadrati è per quasi metà deserto. Per rilanciare lo stabilimento servono investimenti, progetti, produzioni e assunzioni”."Senza nuovi prodotti che portino a 200 mila le produzioni e nuova occupazione Mirafiori è destinata a scomparire", evidenzia ancora il segretario torinese della Fiom ricordando che "dal 2008 ad oggi 380 aziende dell'indotto automotive hanno chiuso con la perdita di 32 mila posto di lavoro”.

Per la Fiom "non bastano eventi e turismo per rilanciare Torino se si vuole rilanciare la città occorre rilanciare la manifattura e in particolare l'automotive.

Noi continueremo questa battaglia perché riteniamo sia una battaglia anche per Torino ripensando anche Mirafiori alla luce dell’elettrico”.

Solo sei mesi fa Stellantis ha avviato all’esodo altri 600 lavoratori a Mirafiori, in aggiunta agli oltre duemila degli ultimi anni. Cosa c’entra con questo il Jobs act?

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