L'avvocato record di Bassolino: 1.610 consulenze in 3 mesi

Finanziata la costruzione di 126 ospedali: non ne è stato realizzato neanche uno. Due milioni e mezzo per 20 carri-gru: ma sono troppo grossi per entrare nei garage

L'avvocato record di Bassolino: 1.610 consulenze in 3 mesi

Napoli - Dunque, vediamo un po’. Se Berlusconi, ha provato, citia­mo testualmente «un profondo brivido alla schiena dopo aver messo, in questi giorni, il naso nelle spese delle Regioni» non re­sta altro che richiamare in servi­zio Totò col suo celebre «e io pa­go! » per fare conversazione tra noi sugli sprechi-simbolo di una regione simbolo dello spreco co­me l­a Campania del principe An­tonio De Curtis. E visto che, nel caso specifico è imbarazzante persino decidere da dove cominciare, lasciamo che a cominciare sia una voce autorevole, quella del presiden­te del Consiglio regionale Paolo Romano che qualche giorno fa ha ammesso che sono «troppi, davvero troppi» quegli oltre due milioni che il Consiglio regiona­le spende per l’affitto fitto di tre­dici piani della Torre F8 al Cen­tro direzionale. La macchina go­vernativa campana, d’altra par­te, è un pozzo senza fondo da sempre. Elenchiamo in ordine sparso: 120mila euro per il noleg­gio e l’acquisto di auto; 60mila euro per traslochi e facchinag­gio; 110mila per le spese di car­burante; 30mila euro per la bi­blioteca; 500mila euro per infor­mazioni giornalistiche; 120mila euro per l’acquisto di materiale di cancelleria; 15mila euro per la riparazione di mobili e arredi; 1 milione e 400mila euro per la ge­stione informatica dell’aula; 2 milioni e 300mila per i fitti; 180mila euro per la buvette. Se volete sorridere, amaramente bene inteso, allora potete sfoglia­re altre note di pagamento. Al­l’associazione degli ex consiglie­ri regionali (l’Arec)va un contri­buto di 40mila euro oltre a 10mi­la euro per le convenzioni auto­stradali. Per l’istituzione del Fo­rum della gioventù sono stanzia­ti 50mila euro; altrettanti per la Consulta regionale femminile e la Commissione Pari opportuni­tà. Corre l’obbligodi comunica­re­che se in Lombardia c’è un di­pendente regionale ogni 1.800 abitanti in età lavorativa in Cam­pania sono il quadruplo, ovvero uno ogni 472. Così il costo mag­giore riguarda il personale: tra stipendi e assegni fissi la spesa è di 9 milioni e 400mila euro. Per le consulenze la spesa prevista è di 362mila euro. Per convegni e congressi si prevedono 20mila euro (40mila in meno del 2010). Poi, ci sono varie indennità: 70mila euro al difensore civico; 43mila euro al Garante dell’in­fanzia; 43mila euro al Garante dei detenuti; 368mila euro per il Corecom. Niente male, no? D’altra parte se la Campania di Bassolino è passata alla storia, ingloriosa, degli sprechi con quel corso di formazione per fu­ture veline che, nel 2001, costò l’orrenda cifra di un milione e 280mila euro, il vizio di sprecare da allora non l’ha mai abbando­nata. Altri esempi illuminanti so­no i 40mila euro sborsati dalla Regione per le nuove divise de­gli autisti della giunta. Peccato però che tutte le taglie sono risul­tate sbagliate. E che dire dei 20 carri gru comprati per consenti­re ai vigili urbani di rimuovere le auto in doppia o tripla fila? Dopo aver speso 2 milioni e mezzo di euro ci si è accorti che i carri era­no troppo larghi per entrare nel deposito. In tema di mobilità prendete nota di quest’altra per­la: l’Anm, Azienda napoletana mobilità ha buttato via 22 milio­ni­di euro acquistando trenta filo­bus e tre avveniristici tram Sirio per scoprire, naturalmente solo e sempre dopo, che la rete elettri­ca locale non li può reggere. I nu­meri non quadrano dunque. Co­me i piagnistei davanti a Berlu­sconi, perché complessivamen­te per far funzionare il Consiglio regionale campano è prevista per il 2010 una spesa di 104 milio­ni e 154mila euro; per gli uffici re­gionali (presidenza, giunta, as­sessorati) la spesa è di oltre 632 milioni. In totale, i costi comples­sivi sfiorano i 740 milioni. I ses­santa consiglieri regionali costa­no oltre 27 milioni l’anno. Il bi­lancio prevede inoltre 20mila eu­ro per le missioni, 120mila euro per convenzioni autostradali (10mila in più rispetto al 2009); 14 milioni per gli assegni vitalizi. Le spese di rappresentanza am­montano a 120mila euro e per il funzionamento dei gruppi con­siliari in bilancio ci sono 4 milio­ni 256mila euro: un milione e 55mila euro per gli uffici; un mi­lione e 890mila per il fondo assi­­stenza attività istituzionali; 50mi­la­euro per il rappresentante del­l’opposizione; un milione e 260mila euro per la comunica­zione. Per i propri dipendenti il Consiglio regionale ha stanziato 37 milioni e 375mila euro men­t­re per i servizi è prevista una spe­sa complessiva di 13 milioni e 368mila euro. Per le utenze tele­foniche fisse 530mila euro e per la telefonia mobile 130mila. Elet­tricità, gas e acqua costano inve­ce 500mila euro l’anno. Il servi­zio di pulizia costa 1 milione 150mila euro, mentre per i servi­zi di portierato e di vigilanza si spendono complessivamente 2 milioni 290mila euro. Amaro e costosissimo il capitolo sanità campana che per il suo deficit fi­nanziario rischia di non pagare gli stipendi ai dipendenti. In compenso l’Asl Napoli 2 Nord di­sp­one la costituzione di una sedi­cente Commissione di Lavoro, che finirà per costare ai contri­buenti circa 200mila euro all’an­no. La denuncia è arrivata in que­sti gi­orni dall’assessore all’Urba­nistica Marcello Taglialatela che ha tuonato: «Non curanti dei bilanci in rosso, in pratica, manager e commissari straordi­nari delle Asl nominati da Basso­li­no per risanare i conti continua­no a caratterizzare anche gli ulti­mi giorni della propria gestione con sprechi, clientele e ineffi­cienze. Clamoroso il caso di un avvocato a libro paga della Asl Napoli 5 che in tre mesi ha otte­nuto 1.610 incarichi di consulen­za ». Peggio della sanità c’è la sa­nità incompiuta: fa ancora più rabbia constatare che in Campa­nia sono 126 gli ospedali appro­vati e finanziati ma rimasti anco­ra da realizzare.

Primo fra tutti il Centro oncologico pediatrico di Avellino, cominciato nel 1992, costato fino ad oggi 6 milioni di euro e non ancora completato. Il resto, trattandosi di Napoli e dintorni è lasciato alla libera in­ventiva di un popolo che non mette limiti alla fantasia. Anche negli sprechi.

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