La Lega: «Via i rom» Ma a difenderli arrivano i no global

Ore 18. La Lega Nord chiama a raccolta i cittadini di via Mac Mahon per chiedere, con una fiaccolata, lo sgombero del cavalcavia Bacula. Torce e bandiere in mano, in 150 raccolgono l’appello lanciato dal capogruppo a Palazzo Marino, Matteo Salvini. Il corteo autorizzato dalla questura è pronto a partire. Per seguire il percorso concordato: Mac Mahon e poi giù, lungo via della Pecetta. Fino al ponte occupato dai rom. Ma i leghisti non sono gli unici a incontrarsi lì. Poco distante un centinaio di autonomi sono pronti a dare battaglia. Al grido «via i razzisti dalla città» occupano via Mac Mahon, preceduti da un enorme striscione verde: «Fascisti e polizia via dai quartieri». Sono i soliti volti noti. I ragazzi del Cantiere, della Panetteria occupata e di molti altri centri sociali della città. Hanno la testa coperta dai cappucci e le bottiglie di birra in mano. Poco distante un altro centinaio di anti razzisti è pronto a intervenire in caso di necessità. «Abbiamo due possibilità - spiega Salvini ai suoi -, continuare per la nostra strada e chiedere ai carabinieri di sgomberare questa gente. Ma vi avviso che qualcuno potrebbe farsi male seriamente. Oppure scegliere un percorso alternativo ed evitare lo scontro». Prevale la linea moderata. E la fiaccolata, nonostante il permesso ottenuto dal questore, cambia strada. Viale Monte Ceneri, via Duprè e poi il sottopasso che porta in via della Pecetta. «Il nostro obiettivo è il campo rom, inutile cercare rogne - continua Salvini -. Ci rifaremo ad aprile. Chiederemo al questore di fare una festa dopo lo sgombero dei rom». Sgombero previsto per fine marzo, come assicura il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato: «Entro la fine di marzo, previo via libera della Prefettura, i 150 rom romeni che occupano la baraccopoli al cavalcavia Bacula verranno allontanati. Sono già previsti anche gli interventi per impedire la rioccupazione dell’area attraverso la realizzazione di una recinzione». È proprio per garantire questo risultato che la Lega ha deciso di scendere in piazza. «Meglio farci sentire - dice Salvini -, del resto quest’area è stata sgomberata sette volte. Inutilmente». Fiaccole accese, il corteo parte alle 18.45. Superato il sottopasso prosegue in largo Govone. In sottofondo anziani, mamme e bambini urlano: «Milano libera», «Via i rom». Protetti da 60 agenti in tenuta antisommossa. Ma i giovani dei centri sociali non si lasciano scoraggiare. Al loro corteo - non autorizzato - non vogliono rinunciare. Partono per via Caracciolo. L’obiettivo è avvicinare le fiaccole leghiste, cercare lo scontro. La frangia più violenta vorrebbe caricare poliziotti e manifestanti in via Delfico. Ma la maggioranza alla fine decide di fermarsi. Urlano, insultano, minacciano. Ma in poco più di cento non se la sentono di scatenare la guerriglia urbana. Rimangono fermi, con i leghisti bloccati pochi metri più avanti. Gli uni di fronte agli altri, fino a quando, intorno alle 20, i due cortei si sciolgono. Prima di andar via, gli autonomi vanno a salutare i rom del cavalcavia. Che si affacciano da un cancello bianco, incuriositi.

«Speravamo che queste persone si togliessero dalla strada - commenta alla fine un membro del Carroccio -. Pazienza, noi il nostro risultato l’abbiamo ottenuto comunque. Il quartiere ci ha sentiti. Ora speriamo che il Comune mantenga la sua promessa».

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