Francesco Rizzo
Il conto dei mondiali di pallavolo arriva a Gian Paolo Montali, ct azzurro, tre giorni dopo il quinto posto conquistato contro la Francia a Tokyo. Ma a presentarlo non è la Federazione bensì la Lega Volley. Ieri, attraverso un comunicato stampa che riporta le parole del presidente Diego Mosna e dell'amministratore delegato Massimo Righi, l'associazione in cui sono riuniti i club di A1 e A2 maschile ha duramente attaccato il tecnico azzurro.
Il tema (eterno) è il difficile rapporto fra club e nazionale, fra esigenze di chi paga i giocatori e di chi li guida in azzurro. Un mondiale in novembre costringe a interrompere il campionato e infatti già in primavera si accesero polemiche fra club e ct sul tempo a disposizione per il ritiro. Ora la Lega definisce «dannose per il movimento alcune decisioni prese dal Sig. Montali nella fase di avvicinamento al mondiale. Non ci riferiamo alle scelte tecniche, ma alla volontà di far sospendere l'A1 per due mesi, salvo poi dichiarare che l'insuccesso giapponese sarebbe stato causato dalla mancanza di tempo per mettere a punto la fase del cambio palla». Eppure, aggiunge Mosna, i giocatori erano già a disposizione della nazionale in estate, per la World League. Il campionato, sospeso il 15 ottobre, riprende nel weekend, una pausa per la Lega, «irragionevole», fonte di un «danno economico e di immagine notevolissimo». Il tutto in cambio di un quinto posto definito «un fallimento a 360°» anche perché, eliminata dalla zona podio, l'Italia in tv non si è più vista. Insomma, fossimo tornati dal Giappone con una medaglia, oggi si celebrerebbe la nazionale come traino della pallavolo italiana. Invece volano gli stracci.
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