Legati e picchiati dai ladri nella loro villa

Ai carabinieri che sabato sera li hanno soccorsi subito dopo la rapina e che si occupano delle indagini, hanno chiesto di non lasciar trapelare nessun dettaglio sulla loro identità, niente che li rendesse identificabili, insomma niente di personale. «Io e mia moglie, e la nostra coppia di ospiti, siamo ancora molto scossi per tutto quello che ci è accaduto. E chissà per quanto tempo ce ne trascineremo le conseguenze. Non vogliamo curiosi o fotografi vicino a casa nostra» ha spiegato il padrone di casa, un professionista, ai militari della compagnia di Rho.
Come reduce da una rapina in casa - una villa in una zona residenziale periferica di Limbiate, ai confini con il comune di Rho - non si può dargli torto. Anche perché l’assalto dei malviventi che hanno aggredito lui, la moglie - due sessantenni - e una coppia di dieci anni più giovane con la quale avevano trascorso la serata e dalla quale stavano prendendo congedo, è stato di quelli violenti assai. Alla fine nessuno si è fatto particolarmente male. Ma questo significa semplicemente che le vittime della rapina non sono dovute ricorrere a delle cure ospedaliere. Una delle due signore, infatti, dai banditi ha rimediato un occhio nero. E gli altri tre hanno ecchimosi ed escoriazioni su varie parti del corpo. Senza contare i danni, difficilmente quantificabili, causati da spavento, paura e rabbia.
Sabato, ore 23.30. Quattro amici, due uomini e le mogli, sono stati fuori a cena e, prima di salutarsi, decidono di andare a bere qualcosa a casa della coppia più anziana, due sessantenni. Un caffè, un amaro, qualche chiacchiera e poi tutti a letto. In realtà il commiato verrà posticipato di molto perché, proprio sulla porta della villetta, i quattro vengono aggrediti da tre malviventi con il volto nascosto da un passamontagna. Due banditi impugnano le pistole, il terzo un coltello e non esitano a sventolarli sotto il naso delle due coppie per obbligarli a rientrare in casa in fretta e senza opporre resistenza. Una volta all’interno dell’abitazione, sempre per convincerli a stare «buoni», i malviventi non esitano a usare le mani, trascinando le due donne e rifilando loro qualche sberla e un pugno visto che, in preda alla paura e all’agitazione, sembrano non volersi tranquillizzare.
Dopo aver legato i polsi dei sequestrati con delle cravatte del padrone di casa, i ladri si danno da fare per circa mezz’ora. Cercano una cassaforte e, per questo, mettono a soqquadro tutta l’abitazione, ma il forziere non c’è. Forse hanno sopravvalutato l’obiettivo? Il professionista e la moglie sono benestanti, è vero, ma non ricchissimi. Quando i balordi capiscono che il bottino non sarà molto cospicuo, fanno razzia dei (pochi) gioielli della padrona di casa e di quelli indossati dalla sua ospite. Quindi si fanno consegnare tutto il contante che la coppia custodisce e quello che gli ospiti hanno in tasca. E, alla fine, portano via 5 mila euro in contanti e 6mila euro di gioielli: un’operazione sproporzionata per un bottino così modesto.
A quel punto i malviventi fuggono.

«Quasi sicuramente utilizzando una macchina visto che, arrivare in quella zona isolata a piedi e poi andarsene in fretta non è possibile» spiegano i carabinieri intervenuti quando il professionista, riuscito a liberarsi, chiamerà il 112.

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