Il Campidoglio potrebbe usare la legge del contrappasso contro i writers. Invece del carcere potrebbero essere costretti a pulire una superficie anche tre volte maggiore di quella che hanno sporcato. È una delle ipotesi che il Comune, dopo un accordo con il ministero della Giustizia, sta valutando nei confronti di chi imbratta i muri della capitale. Una sorta di monito: sporchi, allora pulisci il triplo.
Due giorni fa il sindaco Gianni Alemanno aveva parlato della necessità di un giro di vite sui writers, in particolare minorenni, sempre più spesso riuniti in bande che fanno a gara per «segnare» il territorio, lasciando la «tag», ovvero la loro firma sotto lopera. E ora passa allazione e va anche oltre. Per le strade della città, infatti, potrebbero essere sguinzagliati anche «agenti accertatori» dellAma, lazienda municipale ambiente, ai quali spetterebbe la possibilità di comminare multe a chi viene trovato a imbrattare.
Sarebbero novità senza precedenti. Le disposizioni in materia di sicurezza pubblica, infatti, attualmente prevedono il carcere da uno a sei mesi e la multa da 300 a mille euro se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. Se invece a essere sporcati sono monumenti, la reclusione sale da tre mesi a un anno e la multa da mille a tremila euro. Pene più severe, invece, se il personaggio in questione è recidivo: rischia da tre mesi a due anni e una multa fino a diecimila euro. Sanzioni esistono anche per chi vende le bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di 18 anni: in questo caso i negozianti rischiano fino a mille euro. Pochi lo sanno e per questo il Campidoglio pensa, già nei prossimi giorni, di inviare una lettera ai proprietari di ferramenta e supermercati romani per avvisarli di quanto rischiano.
Lidea di far pulire ai writers i muri compare anche nel Dpf del Comune, in particolare nel capitolo dedicato al degrado urbano. Lamministrazione non esclude lipotesi di affiancare ai writers assistenti sociali e psicologi, coinvolgendo anche le famiglie e le scuole, per collaborare insieme e «liberarli» dalla questa sorta di mania. Una minaccia, che potrebbe diventare realtà molto presto.
«A mio avviso è giusta la scelta della giunta di Milano di costituirsi parte civile nei processi per episodi di imbrattamento, e ritengo che la stessa strada debba essere intrapresa dalla giunta Alemanno» commenta il presidente della commissione Sicurezza del Comune, Fabrizio Santori. «Questa pratica ha assunto ormai dimensioni non più tollerabili - conclude -.
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