Non disposero i necessari interventi di bonifica della rete idrica del Policlinico Umberto I e per questo due pazienti morirono di legionella. Cinque persone, secondo la Procura, sarebbero responsabili di questi decessi avvenuti tra il 2006 e il 2007. Si tratta di Ubaldo Montaguti, all'epoca dei fatti direttore generale dell'ospedale, Maurizio Dal Maso, direttore sanitario, Claudio Modini, direttore del Dea, Giuseppe Critelli e Francesco Barillà, rispettivamente direttore e dirigente responsabile dell'Unità coronarica cardiovascolare. Il prossimo 21 marzo il gup Donatella Pavone dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dai magistrati. Gli indagati sono accusati, a seconda delle posizioni, di omicidio colposo in relazione alla morte di Concetta Carboni e di Cristian Maccarelli, ricoverati rispettivamente presso il Dea e presso la sezione Uoc, e di lesioni personali colpose per la malattia che ha colpito Giovanni Grieco, paziente del reparto «Cuore e Grossi Vasi». Le indagini avrebbero dimostrato che a provocare l'infezione di legionellosi sarebbe stata la contaminazione dell'acqua veicolata dall'impianto idrico e di quella contenuta nei gorgogliatori. Colpa degli imputati sarebbe stata quella di non aver fatto in modo che venissero rimosse le «concrezioni calcaree dalle condutture dell'acqua, dagli scarichi e dai rubinetti» e di non aver rivestito adeguatamente le stesse condutture.
Montaguti e gli altri, dunque, non solo non avrebbero provveduto a bonificare la rete idrica, ma non avrebbero neppure avviato «i periodici interventi di clorazione dell'impianto idrico e attuato un progetto sistematico di ricerca attiva e di monitoraggio della legionella». E tutto ciò, nonostante già nel 2003 si fossero verificati altri casi di legionella all'Umberto I e l'anno successivo i tecnici competenti avessero sottolineato l'esigenza di predisporre un piano per la prevenzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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