La lezione della clandestina eroina

Folla ai funerali della baby sitter che è annegata per salvare la bimba che accudiva. E c’è chi propone la cittadinanza postuma

Daniele Petraroli

da Villalba di Guidonia

Sono arrivati in silenzio nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Villalba di Guidonia, pochi chilometri da Roma. Un piccolo gruppo, gli occhiali scuri sul volto straziato dal dolore e la voce rotta dall’emozione. Se n’è andata così Iris Noelia Palacios Cruz, la sfortunata baby-sitter honduregna di 27 anni annegata venerdì scorso nelle acque dell’Argentario per salvare la bimba che le era stata affidata. Con l’abbraccio non solo dei suoi amici e parenti di sangue ma anche delle persone che l’avevano «adottata» qui in Italia. I genitori e i nonni della piccola Letizia, 11 anni, che ha condiviso con lei i drammatici attimi di venerdì. Prima si sono avvicinati a mamma Dunia e a zia Luisa, poi si sono sistemati tra i banchi della chiesa per dividere un dolore che sentivano profondamente loro. «Per noi è stata una tragedia violenta, inspiegabile - le parole commosse di Luigi Vassallo, papà di Letizia - Iris era ormai diventata una persona di famiglia. Da noi era stata adottata».
Un dramma, quello di Iris, che finirà nelle pagine dell’immigrazione «buona», non quella degli stupri e degli omicidi bensì quella di una ragazza straniera che teneva davvero a vivere nel nostro Paese e che si augurava un futuro in Italia insieme alla sua famiglia. Anche perché Iris era clandestina, in attesa di un permesso di soggiorno da tempo. «Il suo più grande desiderio era riunire a Roma tutta la famiglia - ha proseguito Luigi Vassallo - portare qui, per stare con lei e con la mamma Dunia, anche la sorella e i due fratelli rimasti in Honduras. Ed è quello che cercheremo di realizzare con tutte le nostre forze e con l’aiuto dell’ambasciata e delle autorità politiche perché Iris era una persona bella dentro e se lo meritava davvero». Intanto sulla tragedia stanno indagando i carabinieri della compagnia di Orbetello. Secondo la prima ricostruzione Iris e Letizia sono state sorprese dalle onde mentre facevano il bagno a Cala Bove, tra Porto Santo Stefano e Porto Ercole. La baby-sitter ha fatto di tutto per strappare la piccola dalle acque tuffandosi per due volte in mare e, poi, allontanando definitivamente la bimba dagli scogli. Ma una nuova onda le sarebbe stata fatale avendole fatto sbattere la testa sulle rocce. La bambina, invece, è stata ricoverata in stato di shock e con ferite superficiali.
«Per noi è stata una santa», le parole, rotte dalle lacrime, della nonna di Letizia al funerale.

Adesso per Iris, tumulata nel cimitero di Montecelio, si parla di medaglia d’oro al valor civile e di una regolarizzazione, tardiva, della sua posizione di clandestina. Ma niente potrà restituire alla piccola Letizia la sua coraggiosa baby-sitter.

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