Niente burkini in piscina. È quanto hanno deciso in questi giorni le autorità cittadine di Ginevra, pronte a vagliare un nuovo regolamento, con maggiori restrizioni sugli abiti consentiti per le strutture pubbliche della città.
Stando alle nuove regole, nelle piscine pubbliche le donne potranno indossare il costume intero o il bikini, mentre dovranno evitare abiti con lunghezze oltre il ginocchio o tali da coprire le braccia. A molti è apparso un vero e proprio veto nei confronti del burkini, il costume da bagno che le donne islamiche scelgono in segno di modestia, pensato affinché copra completamente il corpo lasciano nudi solo volto, mani e piedi.
Le autorità hanno però smentito si tratti di un divieto esplicitamente rivolto alle donne islamiche, bensì si tratterebbe di un aggiornamento del precedente regolamento, che prevedeva il ricorso a qualsiasi abito che non fosse d'impedimento al nuoto. Delle norme, tuttavia, che hanno sollevato questioni dal punto di vista igienico, poiché molti avventori delle piscine pubbliche - in particolare teenager - pare fossero soliti nuotare completamente vestiti.
Nonostante queste ragioni, diversi hanno criticato il cambiamento, come il consigliere socialista Sami Kanaan, per cui le nuove norme rappresentano "la negazione di una Ginevra aperta, multiculturale e libera". Il regolamento risale a due mesi fa, ma ancora fa discutere.
Tanto che Felicien Mazzola, portavoce del dipartimento ginevrino per la Cultura e lo Sport, si è trovato a ribadire come si sia arrivati alla scelta: "C'è stato un solo caso di burkini nelle piscine della città. Abbiamo più problemi con gli adolescenti che vengono a nuotare in short".In Francia, la stessa decisione è stata divisiva per l'opinione pubblica, dove il ban del burkini è in vigore dal 2016.
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