Orange is the new black? Sembra la domanda del giorno nei corridoi dell'edizione 101 di Pitti Immagine Uomo, la mastodontica manifestazione di moda maschile che ha aperto i battenti ieri in formato ridotto a causa del Covid. Stavolta erano attesi 610 espositori, circa la metà di quelli presenti due anni fa, alla vigilia della pandemia. 60 dei 610 coraggiosi hanno dato forfait. “La maggior parte sono in quarantena: abbiamo calcolato che tutte le aziende del tessile-abbigliamento hanno almeno il 10 per cento dei dipendenti positivi o a stretto contatto di persone contagiate”, spiega l'amministratore delegato Raffaello Napoleone. Poi racconta di aver comprato 20 mila mascherine ffp2 da distribuire gratuitamente ai visitatori, di aver ingaggiato una squadra di ragazzi severissimi per il controllo del green pass e di aver allestito un presidio medico con la Croce Rossa dentro la Fortezza da Basso dove si svolge la fiera per fare i tamponi molecolari a chiunque ne senta la necessità. “Serve per la tranquillità di tutti – conclude - ma per i 500 tra compratori e giornalisti stranieri è indispensabile visto devono avere un tampone negativo per poter tornare a casa”.
Insomma un Pitti blindato ma non per questo meno interessante a cominciare dall'invasione di un colore davvero inconsueto per il guardaroba maschile: l'arancio in tutte le sue vitaminiche tonalità. “A dire il vero i più bei cappotti da uomo del mondo sono quelli in casentino arancione nati proprio qui in Toscana per i cacciatori” racconta Claudio Marenzi, amministratore delegato di Herno, storico marchio lombardo di cappotti e piumini. Da loro l'arancio con altri colori squillanti è nella linea Globe che è biodegradabile, ecologica, sostenibile e questa volta incontra anche i gusti del pubblico più giovane. Poi ci sono giubbotti e piumini i in tela monogram (un gabardine per valigie logate degli anni '70) e il buon vecchio loden che torna in salsa nuova ma resta comunque rassicurante.
Tornando all'arancio c'è un peacoat strepitoso da Paul & Shark, storico marchio lombardo legato al mare e allo sportwear. Se Corto Maltese rinascesse oggi con quel suo sguardo ribaldo e l'orecchino da pirata, mollerebbe di sicuro il suo classico giaccone da marinaio, che per la cronaca si chiama Blue Navy, per entrare nel colore del momento.
Ma perchè all'improvviso piace così tanto? Secondo Vasiliy Piacenza della nobile famiglia che a Pollone, in provincia di Biella, produce eccezionali tessuti e maglie dal 1733, la ragione è presto detta: l'arancio è il colore della pace e della serenità, non a caso fa parte dell'abito dei monaci buddisti. Dunque un messaggio necessario in questi tempi difficili. “Il nostro è nei toni più bruciati: cambia la tonalità non la funzione” avverte mostrando il sublime abbinamento dell'arancio caramellato con il blu che illumina d'immenso lo stand di Piacenza 1733.
“Noi l'abbiamo fatto l'anno scorso, quest'anno siamo più sui toni pastello” dichiara Filippo Ferrante, giovane ingegnere che ha deciso di occuparsi di moda ovvero di Filippo De Laurentis, marchio di maglieria prodotto dalla sua famiglia. Grazie a uno studio sui colori lui ha deciso che per il prossimo inverno la sua mission sarà il ritorno all'essenzialità. Ma c'è poco da fare: la collezione è dedicata a un tramonto su New York e i tramonti contengono sempre dei toni aranciati, magari nascosti da una nuvola, magari spenti dallo smog, ma sempre con quell'importante capacità di smorzare l'ansia.
Da Manuel Ritz, marchio destinano al pubblico giovane del Gruppo Paoloni, l'arancio è sapientemente mixato a tutti i colori dell'iride grazie a Leo Colacicco, il
nuovo direttore creativo che ha identificato i punti di forza del brand. Per cui colore, leggerezza (l'abito chiamato “Nuvola” è un'icona di Manuel Ritz) e sartorialità sono i punti di forza di una gran bella collezione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.