Immaginate un postino con la sua bisaccia portalettere dalla quale fuoriesce la testolina di un bambino.
Le foto d’epoca dell’archivio digitale del Museo Postale Nazionale di Washington raccontano di un tempo in cui i minori venivano letteralmente spediti come dei pacchi postali.
L’unico limite riguardava il peso: non si potevano superare le undici libbre (circa 5 kg).
Così, il primo fanciullo ad essere “impacchettato” e preparato per essere inviato alla nonna (che viveva a circa un miglio di distanza) passò l’esame poiché pesava giusto qualche grammo meno del carico consentito.
I genitori pagarono 15 centesimi per il servizio di consegna e assicurarono la creatura per ben 50 dollari. Era il 25 gennaio del 1913 e il New York Times riportò la curiosa notizia menzionando anche Mr Lytle, il primo postino a portare a termine in tutta sicurezza la consegna di un bambino all’indirizzo del destinatario.
Si registrarono altri episodi: Mary Pierstoeff fu spedita a 73 miglia di distanza con un treno postale nel 1914 per raggiungere i nonni, sul cappottino i relativi francobolli appiccicati. Il viaggio più lungo fu quello di Edna Neff che partì dalla Florida dove risiedeva la mamma per raggiungere il papà in Virginia.
Ma davvero i bimbi furono spediti alla stregua di un pacco postale? In realtà, spiega Nancy Pope, storiografa del Museo postale nazionale di Washington, la pratica non era codificata e non esistevano regole su cosa era consentito o proibito spedire. I piccoli non venivano avvolti con imballi ammortizzanti del tipo mille bolle ( quelli che tanto ci piace far scoppiare come antistress) piuttosto erano accompagnati da persone di fiducia e fino al 1913 nessuno si sognò di inviare un fanciullo via posta a causa del limite del peso trasportabile fissato a 4 libbre ( 1,800 kg circa).
Solo con i nuovi parametri aumentati a 11 libbre qualcuno si inventò questa modalità.
Fu una parentesi breve e nel 1915 si rese necessario stabilire regole che vietassero il trasporto di umani per posta, per mettere fine a questa pratica.
Ma la legittima esigenza di spostare i bambini non si è esaurita e nonostante le difficoltà i genitori, a distanza di anni, si sono organizzati hanno continuato a spedire i loro fanciulli con mezzi che si sono evoluti e hanno creato le condizioni per trasportare in sicurezza i così catalogati “minori non accompagnati”.
Ma i bambini possono viaggiare soli? Sì, ma solo dai 14 anni in su, con un passaporto o una carta d’identità. Al di sotto di questa età è invece obbligatoria la presenza di un accompagnatore (o l’uso di un servizio che ne fornisca uno) e serve a corredo il cosiddetto lasciapassare che attesti la nascita e la cittadinanza, vidimato dal Questore della propria zona di residenza.
Fino a prima del Covid, i ragazzi sotto i 14 anni che intraprendevano un viaggio soli e necessitavano di un servizio di accompagno potevano scegliere di salire su di un treno o a bordo di un aereo se il viaggio era più lungo.
Ad oggi, almeno nel nostro paese, sul sito di Trenitalia si legge che il servizio di accompagnamento a pagamento su tratte specifiche e da determinate stazioni, disponibile a partire dai 7 anni di età è temporaneamente sospeso nel rispetto delle norme emanate a fronte dell’emergenza sanitaria COVID-19.
Le compagnie aeree major invece continuano ad offrire il servizio di accompagnamento per i piccoli viaggiatori soli verso destinazioni vicine e lontane, sempre nel rispetto delle norme sanitarie previste.
Ogni vettore ha le sue regole consultabili sul sito ufficiale ma in linea di massima tutti (tranne le low cost che non offrono questo servizio) con un supplemento variabile, accettano i bambini a partire dai 5 ai 14 anni per i voli nazionali e dai 5 ai 15 per quelli internazionali.
Alitalia, per esempio, ha una sezione dedicata alle Assistenze Speciali dove è possibile prenotare ed attivare il servizio. Si devono registrare i nominativi con indirizzi e recapiti telefonici di coloro che accompagnano e ritirano il bambino e agli stessi è fatto obbligo tra l’altro di rimanere in aeroporto fino a decollo avvenuto per ragioni di sicurezza, qualora dovesse accadere un imprevisto come una cancellazione.
Da parte sua, la compagnia mette a disposizione un accompagnatore dedicato al minore che, dalla presa in consegna in aerostazione, lo segue in tutte le procedure: dalla sosta nell’attesa di salire in aereo (da trascorrere in salette dedicate dove ci si può intrattenere con giochi se c'è tempo) al pre imbarco fino all’imbarco per essere consegnato all'equipaggio che effettuerà il volo.
Il passaggio di consegna con tutta la documentazione necessaria avviene proprio in aereo e da questo momento il bambino verrà affidato alle cure degli assistenti di volo che si preoccuperanno del suo benessere durante il viaggio. Il minore familiarizzerà con l'equipaggio e verrà seguito in tutte le fasi del volo in ogni sua esigenza fisica ed emotiva.
Si siederà accanto alla postazione della hostess per essere sempre raggiungibile e controllabile
Sui voli di lungo raggio verrà omaggiato di un kit contenente giochi e colori per intrattenersi, troverà film e cartoni animati adatti alla sua visione e, se richiesto e prenotato in anticipo, potrà consumare un pasto speciale per bambini.
A destinazione, un nuovo accompagnatore della compagnia lo riceverà al termine dello sbarco per accompagnarlo dalla persona che lo sta attendendo.
In aggiunta, per maggiore tranquillità, i genitori potranno seguire il figlio durante il viaggio grazie ad un servizio di sms in alcune compagnie o con l’uso di una speciale ed innovativa app da scaricare, come quella ideata da Air France “Kids Solo” che da una parte stimola la creatività del bambino grazie a giochi e disegni interattivi e consente agli adulti di seguire e condividere il percorso di viaggio fino all’atterraggio con la possibilità di inviare un selfie del piccolo con la persona che lo aspetta, per coronare la felice conclusione del viaggio.
Secondo l'ultimo rapporto di Air France datato 2017, i bambini che viaggiavano soli ed utilizzavano i servizi di accompagnamento erano circa 285.000 all’anno.
Questo fenomeno è sicuramente legato a dei cambiamenti sociali quali l’aumento di famiglie monogenitoriali, di coppie separate che vivono in città diverse ma è anche correlato ad esigenze economiche e lavorative che non permettono alle famiglie di seguire i bambini per tutto il periodo della vacanza scolastica.
Gli aeroporti, soprattutto in estate, si affollano di bimbi che volano soli: si riconoscono subito, con il loro piccolo trolley o lo zainetto stipato di giochi, un peluche inseparabile e il porta documenti di plastica appeso al collo che contiene tutti gli incartamenti necessari per il viaggio. Mano nella mano con l’accompagnatore della compagnia aerea, trattati come dei veri VIP, scortati sotto bordo con un’auto dedicata, piccoli frequent flyers che si dicono habitué del volo o creature timide che per la prima volta mettono piede su un aereo, sono tutti bambini che stanno affrontando una situazione dal grande impatto emotivo, per alcuni versi avventurosa ed affascinate.
Gli addetti ai lavori raccomandano ai genitori l'importanza di preparare i bimbi visitando insieme, se possibile, l'aeroporto, raccontando come si svolgerà il viaggio, spiegando i rumori che udiranno ai quali non sono abituati (come il rombo dei motori in decollo, il suono dell'apertura del carrello in prossimità dell'atterraggio, le "buche" che si possono incontrare durante il volo e che causano una normale turbolenza di cui non ci si deve preoccupare), rassicurandoli.
Supportati da un servizio qualificato offerto dalle compagnie major, i piccoli viaggiatori potranno trasformare un'esperienza fuori dall'ordinario( spesso carica di
preoccupazione da parte dei famigliari) in un momento positivo e memorabile, capace di incrementare l’autodeterminazione e il senso di autonomia e responsabilità. Un’occasione preziosa per spiccare il primo volo verso l’indipendenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.