La Liguria paga tutti i portaborse del presidente

Ferruccio Repetti

C’è un consulente che svolge «attività di supporto alla segreteria politica del presidente», un altro consulente che svolge «attività di supporto alla segreteria politica del presidente», e un altro consulente che svolge attività di supporto... Avanti così per nove supporti. Tutti perfettamente identici, si dirà. Errore: in realtà, c’è qualche piccola differenza. Il primo portaborse, pardon: consulente del capo della giunta regionale Claudio Burlando - di lui si parla in quanto presidente, guai a chiamarlo governatore - è specializzato, secondo i termini del contratto di collaborazione coordinata e continuativa, nel «progettare e organizzare le procedure di comunicazione e i suoi aspetti strategici», nel «monitorare la percezione dell’opinione pubblica sulle attività regionali e nel relazionare sui risultati delle strategie proposte». A 170mila euro di compenso. Il secondo portaborse, pardon: consulente di Burlando si occupa più semplicemente di supporto-e-basta. Il terzo, il quarto e il quinto, invece, pure. Le cose cambiano col sesto, che svolge anche il delicato ruolo di supporto-borse presso la sede della Regione a Roma. Ma il supporto che, molto probabilmente, supporta (o forse sopporta) più di tutti è il quello che fa «riferimento ai compiti di consigliere diplomatico».
Non per niente - la classe non è acqua! - l’incarico è stato affidato a un ambasciatore in congedo che non porta borse qualsiasi, ma una valigia diplomatica in una delle frequenti escursioni all’estero della delegazione regionale ligure: Uruguay, Libia e Bulgaria, solo per citare le più recenti e significative. Smentendo, oltre tutto, i luoghi comuni sulla presunta taccagneria dei liguri: i consulenti in argomento, se certamente non si risparmiano nella loro attività di supporto, altrettanto sicuramente si vedono gratificati da compensi lordi più le spese, che riconoscono in maniera esemplare la loro professionalità. Un supporto-e-basta, ad esempio, si è beccato 47mila 558 euro e 69 centesimi a tutto il 31 dicembre scorso, e quindi per un impegno non superiore al semestre, visti i tempi dell’insediamento - estate 2005 - del governo regionale Burlando; un altro supporto ha messo in tasca 39mila 146 euro e rotti, un altro ancora 44mila 648 euro più spiccioli, spese di trasferta comprese. Diverso il caso del consigliere diplomatico (ce l’ha George Bush e anche Silvio Berlusconi, perché non dovrebbe averlo anche Burlando?): lui lavora praticamente gratis, 8.278 euro in tutto, panino e birra, lavatura e stiratura compresi. Al 31 dicembre 2005. Poi, l’avventura continua. Totale? L’ha precisato l’assessore G.B. Pittaluga, rispondendo meticolosamente a un’interrogazione del capogruppo di Alleanza nazionale Gianni Plinio: al momento, per la bisogna risulta un budget assegnato di 405mila euro, e un budget utilizzato di 219mila euro, più spiccioli. «Troppi!» tuona quel rompi di Plinio. E aggiunge: «È una vera e propria legione di portaborse quella del presidente Burlando, ed elevatissime sono le spese di mantenimento. Si tratta di persone tutte in aggiunta alla già copiosa schiera di dipendenti in servizio presso gli uffici di presidenza della giunta. Dall’oggetto dei contratti, inoltre - sottolinea il censore - si evince chiaramente la fumosità degli incarichi: il reclutamento di un ambasciatore in congedo prelude evidentemente a una ripresa del turismo politico già in auge nella vituperata Prima Repubblica, ed è addirittura scandaloso che più di 170mila euro vengano scialacquati per un incarico di promozione dell’immagine e cioè finalizzati al culto della personalità del presidente, di staliniana memoria.

Una vergogna, insomma, in un’epoca di gravi sacrifici richiesti proprio da questi governanti che si sono già distinti per una iniqua stangata fiscale sulle spalle dei cittadini! Senza contare - conclude Plinio - che Pittaluga è stato sibillino, fornendo cifre, già esorbitanti, che però riguardano appena un semestre d’incarico».

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