Il sindaco insiste, «difendo la regola dei dieci anni dalla morte» dice, anche se questa volta la proposta di intitolazione avanzata dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini non interferisce sulla toponomastica cittadina. Salvini giorni fa ha avanzato ufficialmente ad Enac (l'Ente nazionale aviazione civile) la richiesta di dedicare l'aeroporto di Linate a Silvio Berlusconi, un'idea lanciata un anno fa, a pochi giorni dalla scomparsa del fondatore di Forza Italia dall'ex sindaco Gabriele Albertini. «Per qualcuno, in questo caso non mi riferisco a Salvini ma in generale - precisa Sala - le regole sono fatte per essere bypassate, per me vanno rispettate». Ne ha parlato ieri alla cerimonia per l'intitolazione dello slargo all'incrocio tra via Santa Margherita e via Tommaso Grossi al maestro Claudio Abbado, a metà tra Duomo e teatro alla Scala dove esordì nel 1966 per diventare direttore stabile dal 1968 al 1986, e quel tragitto lo percorreva quasi ogni giorno dalla sua casa in via Speronari («con il cappotto grigio e il porta bacchette in mano» come ha ricordato ieri il maestro Riccardo Chailly). Abbado, nato a Milano il 26 giugno 1933 è morto a Bologna il 20 gennaio 2014. «Abbiamo rispettato la regola dei 10 anni che difendo strenuamente - ribadisce Sala -. Sull'onda dell'emotività puoi fare anche tante intitolazioni e tanti luoghi non ci sono, e se cambi nomi delle vie crei problemi ai chi ci risiede». Anche se nel caso della dedica di Linate al Cav, non avrebbe impatto, il viale che conduce allo scalo continuerebbe a portare il nome di Enrico Forlanini. Alessandro De Chirico (Fi): «Sala metta da parte la propria faziosità». Oggi invece sarà inaugurato il murale e intitolato il centro civico del Municipio 8 alla scrittrice Michela Murgia, a un anno dalla morte.
Abbado «è stato un grande, un gigante, la targa è strameritata» ha ribadito Sala accanto a Daniele e Sebastian, figli del direttore d'orchestra. Ne approfitta per difendere i senatori a vita, il ddl sul Premierato prevede lo stop. «La politica fa fatica ad accettare l'idea ma anche qui vado controcorrente - afferma -, sono persone di livello assoluto che possono rappresentare il Paese al meglio quando non sempre in Parlamento vediamo i comportamenti e le stature che servirebbero». Abbado fu nominato senatore a vita nel 2013. Anche il soprintendente della Scala Dominique Meyer lo ricorda come «un gigante, un punto di riferimento che ha portato l'immagine di Milano e della Scala ovunque nel mondo, da Chicago a Berlino». I suoi 18 anni alla Scala «hanno segnato una rivoluzione copernicana» ha il direttore musicale Chailly. L'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ricorda che «anticipò tutti anche temi etici e la forestazione urbana». Si definiva «maestro giardiniere» e nel 2009, per tornare a dirigere alla Scala, chiese come cachet che venissero piantati 90mila alberi, con Renzo Piano avanzò il progetto di un boschetto in piazza Duomo e filari fino al Castello. Il figlio Daniele ieri ha ricordato «la famosa provocazione perchè desiderava una Milano più verde. Vedrei bene un parco dedicato a lui».
Rischia di sparire invece la Civica orchestra di fiati del Comune nata nel 1859, l'ensemble è ridotto a 9 elementi e tre andranno in pensione a fine anno. Il consigliere FdI Enrico Marcora chiede di convocare una Commissione, «sarebbe assurdo arrivare alle Olimpiadi 2026 senza la nostra orchestra».
In compenso, il Tribunale del lavoro ha accolto il ricorso presentato da una dozzina tra orchestrali in carica ed ex: da anni il Comune non si faceva più carico delle spese di manutenzione degli strumenti, ora dovrà rimborsare un totale di 82mila euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.