«Dopo le liti sull’Isola dei famosi, mai più ferie in gruppo»

L'«Isola dei famosi» le ha portato fortuna: ha vinto la terza edizione e ha ritrovato la popolarità. Il suo carattere e la sua capacità di tenersi (quasi sempre) al di fuori delle liti furiose hanno permesso a Lory Del Santo di sopravvivere alla convivenza forzata con gli altri naufraghi. Ma l'esperienza dei reality le è bastata. E assicura: «Dopo Isola e Fattoria (l'altro show cui ha partecipato, ndr) eviterò le vacanze di gruppo».
Perché i viaggi in comitiva finiscono spesso male?
«Il viaggio collettivo nasce con scopi positivi, per condividere un'avventura, ma spesso vedo che ha l’effetto di rompere un’amicizia. Non importa in che luogo vai, se c'è troppa gente e se il periodo è lungo: la tragedia vacanziera è sempre in agguato. Certo vedere gli amici è bello, ma è molto più semplice andare d'accordo in città, quando si esce per una cena o un cinema, al massimo per un fine settimana. Poi però è meglio che ognuno torni a casa propria. Per una vacanza lunga il massimo per me è una comitiva di quattro persone: due coppie o quattro amici che non stanno insieme. Mai di più».
Che cosa rovina la vacanza di gruppo?
«Ci sono tante situazioni a rischio. Prima di tutto la competizione tra coppie, fatta di paragoni inopportuni, commenti su come uno si veste o si comporta, invidie e gelosie. In molti casi poi mariti o fidanzati pretendono che le donne si occupino delle faccende domestiche e non capiscono che almeno in vacanza i ruoli dovrebbero saltare. Le signore dovrebbero essere libere, rilassate, non nervose e inacidite. Con questi meccanismi è difficile arrivare alla fine senza litigare».
Come si sopravvive a certe situazioni?
«Dimenticando la logica limitata del gruppo, che rischia di imprigionarci in un mondo chiuso fatto di piccole liti e reazioni meschine, e guardare oltre. In viaggio è così bello godersi la bellezza della natura, scoprire il mondo, adottare abitudini nuove. È così che si ritrova il piacere di condividere un'esperienza nuova con i compagni di viaggio».
Lei come si comporta in comitiva?
«Di solito tendo a isolarmi. L'ho fatto anche all'Isola, per evitare liti brutali e dispetti reciproci.

Cerco sempre i miei spazi, penso, studio gli altri. Non amo chi si butta subito, facendo l'amicone con tutti. Se si creano tensioni, lascio correre, non mi metto in mezzo. E scelgo il letto vicino alla porta, pronta a defilarmi al primo accenno di bufera».

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