«Litigano per spartirsi tutto e danno la colpa agli altri»

L’ex ministro: «Le intercettazioni provano che la sinistra occupa, scala e viola le regole»

Silvia Marchetti

da Roma

Tana per il centrosinistra. Le carte in tavola si sono capovolte: le ultime intercettazioni provano in maniera inconfutabile il «ruolo» di alcuni esponenti dell’opposizione nel takeover di Unipol sulla Bnl. Confermando i legami «sanguigni» tra i Ds e Giovanni Consorte, il banchiere «rosso» vicino a D’Alema e desideroso di mettere le mani sulla banca romana. Massimo Polledri (Lega) non crede infatti alla smentita di Fassino su Repubblica e ricorda il filo che unisce Unipol al Monte Paschi di Siena. Mentre Paolo Messa, portavoce di Marco Follini, smentisce qualsiasi contatto tra il segretario dell’Udc e Consorte e Claudio Zulli, commercialista di Emilio Gnutti, nega il coinvolgimento di Giulio Tremonti.
E così, di fronte allo «scenario rosso» tocca ora al centrodestra incalzare Fassino&Co. Basta con gli attacchi a Berlusconi, basta con la retorica della «questione morale» agitata come uno spauracchio e che si è rivelata un boomerang, adesso è l’Unione a dover fornire spiegazioni. Fabrizio Cicchitto (Fi) attende «la richiesta dei Ds di un dibattito parlamentare sui molteplici aspetti» della vicenda. Ma per Maurizio Gasparri (An) è già «tutto chiaro: esponenti dell’opposizione hanno inventato un’inesistente scalata di Berlusconi a banche e giornali per coprire le loro malefatte». Il nuovo capitolo intercettazioni «è molto istruttivo» e parla da sé: «C’è tutta la famiglia della sinistra», da Fassino a Marrazzo fino a Rutelli, Veltroni e Boselli, che «spartisce, occupa, scala, viola le regole e dà le colpe agli altri». Una sinistra dove «Margherita e Ds si scontrano sugli affari, non certo sulla politica. Che vergogna». Per Gasparri la «vera questione morale» è dunque «sconfiggerla alle elezioni».
Insomma, nel terremoto estivo iniziato con il «caso Bankitalia» e approdato poi alle vicende Rcs e Unipol, il governatore di Bankitalia Antonio Fazio non appare più come il solo a tirare le fila. Anzi. Il fazista Ivo Tarolli (Udc) accusa Piero Fassino di essere «contraddittorio»: propone un’intesa Berlusconi-Prodi per sostituire il governatore, garantisce sull’etica dei Ds e poi trama nell’ombra a favore di Consorte. Fassino avrebbe così «alimentato un polverone» sul destino di Fazio per nascondere le «manovre» attorno a Unipol. Ancora più esplicito Osvaldo Napoli (Fi): «Il governatore è il capro espiatorio di una dura lotta di potere», colpevole di aver «consentito alla politica di mettere un cappello al suo arbitrato». «Ora che gli altarini sono stati scoperti» Napoli si chiede «con quale faccia Fassino insista sulla rimozione di Fazio. Forse perché le cose non sono andate come era negli auspici del segretario?»
Nel Lazio, intanto, Marrazzo è già «sotto processo».

I consiglieri regionali Andrea Augello (An), Luciano Ciocchetti (Udc) e Bruno Prestagiovanni (An) chiedono al presidente di chiarire il suo ruolo nella difesa della «romanità» della Bnl e la sua «amicizia» con Consorte.

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