Milano - Rapina doveva essere e rapina è stata. Anche se, rispetto alla prima richiesta - quella avanzata dal giudice Mesiano -, c'è stato lo sconto: di quasi duecento milioni di euro. La Fininvest sarà costretta a versare a De Benedetti 560 milioni di euro per il Lodo Mondadori e la sentenza è immediatamente esecutiva. I giudici della seconda corte d'Appello di Milano hanno atteso la chiusura settimanale delle Borse poi hanno emesso il verdetto di secondo grado. Fininvest condannata a pagare il maxi risarcimento da 540 milioni di euro, a cui si sommano 20 milioni di euro di spese legali e interessi legali maturati dall'ottobre 2009. Una cifra nettamente inferiore ai 750 milioni disposti in primo grado dal giudice Raimondo Mesiano. Si tratta del risarcimento di Carlo De Benedetti per i danni causati dalla corruzione giudiziaria che nel 1991 inquinò la fine del braccio di ferro tra Berlusconi e De Benedetti per il controllo della Mondadori. La sentenza è immediatamente esecutiva. Quindi Berlusconi è costretto a pagare subito, sperando di rivedere il fiume di soldi tornare indietro se e quando la Cassazione dovesse ribaltare la sentenza. Un risarcimento record, oltre mille miliardi delle vecchie lire, che i legali di Fininvest considerano sproporzionato anche perché la quota del Biscione in Mondadori oggi vale 300 milioni.
Le motivazioni dei giudici "La sentenza Metta fu ingiusta". È quanto sostengono i giudici della seconda sezione civile del tribunale di Milano. Secondo i giudici "con Metta non corrotto il lodo sarebbe stato confermato". Il riferimento è alla decisione del 24 gennaio del 1981 della Corte d’Appello di Roma che stabilì invece nulli gli accordi intervenuti in precedenza tra la famiglia Formenton e la stessa Cir riconsegnando così la Mondadori a Berlusconi.
Berlusconi responsabile "È da ritenere, incidenter tantum e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede, corresponsabilità che, come logica conseguenza, comporta, per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore commesso nell’attività gestoria della società medesima, la responsabilità della stessa Fininvest" scrivono ancora i giudici nelle motivazioni della sentenza d’appello.
Lo "sconto" Decisiva nel determinare lo "sconto" a Fininvest è stata la consulenza tecnica d’ufficio depositata nel settembre scorso. Lo studio aveva rivelato che il valore delle società oggetto dello scambio (tra cui L’Espresso e Repubblica) era diminuito tra il giugno del 1990 e l’aprile del 1991, periodo durante il quale ci fu la trattativa. Inoltre, i giudici non hanno riconosciuto il danno di immagine, sancito invece dalla sentenza di primo grado, per la Cir.
Secondo il collegio, presieduto da Luigi De Ruggero, anche se la sentenza Metta le avesse dato ragione, la Cir comunque non sarebbe stata in grado di costituire la ’grande Mondadorì, perchè la politica non avrebbe mai avallato questa soluzione, privilegiando invece una spartizione tra i gruppi facenti capo a De Benedetti e Berlusconi. Non ci sono state peraltro, aggiungono i giudici, significative variazioni del valore delle azioni Cir in Borsa, dopo il verdetto firmato da Metta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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