Tananai è la favola pop del 2022. Da sconosciuto a millemila follower in nove mesi netti (su Intagram sono quasi mezzo milione). Da Tananai chi? a Tananai la rivelazione. «Ho fatto pace con l'idea di non capirci nulla» dice ora che pubblica il suo primo disco che si intitola Rave, eclissi ed è il riassunto del suo bipolarismo musicale: scatenato e riflessivo, cazzone e bravo ragazzo. Come ogni bella favola, quella di Tananai parte con una sconfitta soltanto apparente perché è arrivato ultimo all'ultimo Festival di Sanremo. Insomma, Alberto Cotta Ramusino, ribattezzato Tananai dal nonno che lo considerava una «piccola peste», è entrato all'Ariston in quota «Giovani», ci è uscito nell'indifferenza quasi generale ma poi il suo Sesso occasionale è andato al primo posto su Spotify diventando disco di platino.
«Alla fine del Festival quando le persone mi incontravano per la strada chiedendomi una fotografia, io pensavo che mi chiedessero di scattargliela: mi sembrava impossibile che chiedessero proprio di fare un selfie con me». Ebbene sì, capita ancora. Tempo qualche settimana, e l'ex piccola peste diventata «nuova rivelazione» era di fianco a Fedez e Mara Sattei nel tormentone dell'estate ossia La dolce vita. Boom. «Beh di certo Sanremo mi ha cambiato la vita anche sotto il profilo economico, ora grazie a dio vivo in un posto più carino di dov'ero prima, perché non avevo manco la porta in camera, solo una tendina che mi divideva dagli altri tre che vivevano con me».
Per tutti, specialmente per chi lo conosceva poco, Tananai era il paradigma della meteora fortunata, il cantante «one shot», quello da una canzone e poi arrivederci. E invece. Anche il nuovo singolo Baby Goddamn funziona, poi c'è il suo nome nel disco della rivelazione thasup e molti iniziano a pensare che in fondo questo ragazzo non è destinato a durare come un gatto in tangenziale (cit.). «Ammetto che per me, abituato alle sonorità elettroniche di quando mi facevo chiamare Not for Us, è stata una scoperta riuscire a scrivere pezzi come Sesso occasionale e Pasta».
Per il grandissimo pubblico la scoperta è stata però Abissale che qualche settimana fa ha anticipato questo disco e pure il ritorno al futuro di Tananai: una ballata potente, intensa, quasi vintage per struttura ma potente per ispirazione. All'inizio qualcuno si è chiesto: ma è davvero lui? Poi però si è capito che Abissale era l'altra metà del suo bipolarismo musicale. «Senza far paragoni - dice adesso Tananai nella sua stanza in «quasi» centro a Milano - Bukowski ha scritto tantissimo della sua vita dissoluta e di quanto gli piacesse ubriacarsi. Però ho letto un'intervista del suo editore nella quale ammette candidamente di non averlo mai visto ubriaco. Per non parlare dei comici, che nella vita privata sono molto spesso le persone più tristi in assoluto».
E che Tananai sia controcorrente lo dimostra anche la quasi totale assenza di «feat.» nel suo disco proprio nel momento in cui quasi tutti pubblicano dischi farciti di collaborazioni e duetti: «C'è solo Ariete, che mi assomiglia molto e stuzzica la mia parte di personalità votata all'eclissi». Ma se gli chiedete se si considera un sex symbol, lui risponde: «beh sicuramente mi cagano un po' di più, ma a me interessa che mi guardi sempre allo stesso modo la mia fidanzata».
Insomma Alberto Cotta Ramusino detto Tananai è un bravo ragazzo di 27 anni che nel suo primo vero disco inserisce il brano Maleducazione. Ma come, siamo nell'epoca in cui la maleducazione è quasi obbligatoria sui social e lui ora dice che «la buona educazione è una condizione fondamentale per avere un buon rapporto con gli altri»?». Sempre stato così, cara piccola peste? «In realtà in passato il vaffa mi scattava molto più facilmente. Ora sono più maturo».
Ora magari cambierebbe anche il nome d'arte tornando a essere Alberto per tutti? «Bella domanda. In realtà ora va bene così, lo cambierei soltanto se Tananai non mi consentisse più di fare quello che voglio».
Tra quello che vuole magari c'è pure il ritorno al Festival di Sanremo, che sarebbe quasi una quadratura del cerchio. Anzi, per molti è quasi sicuro. Lui si limita a dire che «se ci andassi, porterei la miglior canzone possibile». Più diplomatico di così.
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