«Sono sorpreso. Non ho memoria di un muro contro muro simile a Milano». L’avvocato Vinicio Nardo, noto penalista, è stato presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, presidente della Camera penale di Milano, consigliere dell’Unione delle camere panali italiane. Interviene sul «gran rifiuto» dei vertici della magistratura milanese che non partecipano, oggi e domani al teatro Carcano, alla inaugurazione dell’Anno giudiziario dei penalisti italiani.
Una decisione presa - spiegano procuratore, pg e presidenti di Tribunale e Corte d’appello - a causa dei contenuti della due giorni che delegittimerebbero la magistratura. È così?
«Non direi. Nulla comunque che giustifichi una guerra tra avvocati e magistrati che all’ombra del Palazzo di giustizia milanese non ha precedenti. Uno scontro inedito».
In che senso?
«Nel senso di un rifiuto dichiarato e polemico da parte delle rappresentanze istituzionali della magistratura. Un dietro front plateale, messo in atto in modo che facesse più rumore possibile. Modalità che sinceramente non ricordo neppure da parte delle rappresentanze sindacali delle toghe».
Tra penalisti e magistrati le occasioni di contrastano non sono mancate...
«Anzi. Abbiamo spesso avuto posizioni fortemente contrastanti. È noto. Mai si è arrivati però alla guerra aperta. Dibattito sì, non frattura insanabile. Aggiungo che personalmente ho tenuto comportamenti diversi da presidente dell’Ordine e, invece, da presidente dei penalisti. Mi spiego: quando anni fa gli avvocati uscirono dall’aula magna durante l’intervento di Percamillo Davigo, che nei giorni precedenti si era espresso in modo aggressivo contro i difensori, io presiedevo l’Ordine e quindi sono rimasto seduto al mio posto».
Perché, secondo lei, i vertici degli uffici di pm e giudici hanno preso questa posizione?
«Non lo so. Immagino si tratti di una reazione verso l’Unione Camere penali per alcune posizioni ferme prese di recente, che i magistrati considerano schierate dalla parte del governo. Ma non è così. Quella dell’Unione non è una posizione partigiana. Siamo per il processo giusto, qualunque governo sia in carica. Lo dimostra anche il fatto che siamo scesi in piazza contro altre misure di questo esecutivo, ad esempio il Pacchetto sicurezza. D’altra parte la nostra posizione a favore della separazione delle carriere è nota da sempre».
Sulla separazione è stato evocato persino Licio Gelli...
«Non vengano a dircelo... I penalisti non vogliono certo la sottomissione dei pm alla politica. Questa riforma è l’“oggetto sociale” della Camera penale, il motivo fondante».
Si spieghi.
«La separazione delle carriere è l’espressione stessa del giusto processo, così come è sancito dall’articolo 111 della Costituzione. Non parliamo di eliminare la “comunella” tra giudice e pm, che prendono il caffè inDa parte nostra nulla che giustifichi un rifiuto tanto plateale sieme. Questo è uno svilimento della questione. Parliamo di due parti nel processo e di una terza parte che sia davvero “terza”. La terzietà del giudice deve riguardare il suo percorso di carriera, le valutazioni, il disciplinare. Tutti i passaggi in cui non dovrebbe subire le ingerenze di “una parte”».
Lo scontro milanese è una bega locale?
«Ma Milano è Milano. Qui ci si ingegna oltre le divisioni per trovare soluzioni insieme. Finora era così. Due anni fa c’è stata un’altra protesta dei magistrati, per la riforma dell’ordinamento giudiziario, ma allora nessuno ha voltato le spalle a nessuno, pur con posizioni opposte in campo. Camera penale e Anm avevano organizzato insieme una giornata di incontri sulla riforma. Milano è questo: dialogo sulle rispettive idee e pure nel contrasto massimo. Temo che questa volta sia colato su Milano il risentimento generale dei magistrati».
Valentina Alberta, presidente della Cp milanese, dice «mano tesa» comunque.
«Sono d’accordo.
Nessuno pensa di rompere definitivamente, sarei sorpreso se non finisse qui. Credo che al Carca no verranno molti magistrati a sentire. Personalmente vado all’Anno giudiziario, che molti considerano monopolio dei magistrati, da quando sono praticante. Proprio per ascoltare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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