Magnago, gli stupratori ripresi dalle telecamere nel bar-tabacchi

Sui nastri registrati dalle telecamere a circuito chiuso del bar tabaccheria di via San Martino a Magnago, sono rimaste impresse sia le immagini delle lacrime e della disperazione di una madre vedova, costretta ad assistere impotente allo stupro della figlia, che la follia di un branco di delinquenti, protagonisti di una rapina conclusasi con uno stupro, consumato martedì sera. Il loro sghignazzare, i loro incitamenti, i loro volti che hanno consentito ai carabinieri della compagnia di Legnano di tracciare precisi identikit, grazie ai quali la caccia ai malviventi dovrebbe concludersi in tempi molto brevi. Anche se mantengono uno stretto riserbo, trapela ottimismo dagli investigatori, così come nuovi particolari relativi alla rapina al bar «Lino», finita in violenza sessuale ai danni di una delle titolari, una signora di 40 anni.
Gli aggressori, tutti giovani extracomunitari, si erano trattenuti nel locale che funziona anche come ricevitoria del Lotto sino alle 20. Qualche birra di troppo li aveva resi euforici, tanto che l’anziana padrona li aveva anche invitati a prendere una boccata d’aria. Se n’erano andati e la serata sembrava essersi conclusa. Il bar aveva chiuso, l’incasso era stato portato in banca e nel locale erano iniziate le pulizie. All’improvviso dopo le 22.30, il branco vi ha fatto ritorno passando dal retro, assalendo la vedova, picchiandola e pretendendo l’incasso che non c’era. Le grida sono state sentite dalla figlia che abita sopra al bar e che è subito scesa sperando di poter aiutare la madre.

A questo punto l’attenzione di uno di loro si è concentrata proprio sulla giovane, subito immobilizzata e stuprata davanti alla mamma sotto shock.
Poi la fuga con qualche spicciolo e un po’ di sigarette, mentre la vittima finiva in ospedale dove si trova ancora ricoverata.

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