Mancano i no global E Il Comune rinvia il dibattito sulle case

Roberta Bottino

«Chi tardi arriva male alloggia», ma non è il caso dei no global che ieri hanno okkupato la sala rossa del consiglio comunale. I consiglieri di sinistra li aspettavano con ansia, ed era tanto il desiderio di vederli tra gli «spalti» di Tursi, che hanno cercato d'inventarsi qualsiasi imbarazzante escamotage, per far sì che all'inizio della discussione sull'edilizia pubblica fossero presenti in aula. Erano le ore 16 quando gli argomenti all'ordine del giorno si stavano esaurendo. Mancava solamente da discutere la mozione di Rifondazione comunista sull'emergenza abitativa. Ma qualcosa di strano si sentiva nell'aria. I consiglieri di maggioranza continuavano a sollevare lo sguardo verso la porta dalla quale sarebbero dovuti entrare i ragazzi dello Zapata. Un minuto, due minuti, e il tempo passava senza che nessuno facesse capolino. Che fare? L'idea «salvagente» è balenata alla consigliera Patrizia Poselli, che prima di presentare l'interrogazione ha chiesto al presidente del consiglio cinque minuti, per discutere con i suoi compagni una possibile modifica alla mozione. Permesso accordato con un bonus di dieci minuti.
Le lancette dell'orologio si muovono, suona la campanella, ma i no global non sono ancora arrivati. E allora? Questa volta a salvare la situazione interviene il presidente Emmanuele Guastavino, che lascia ancora qualche minuto di ricreazione ai suoi consiglieri. Tra i banchi dell'opposizione c'è chi comprende che «qualcuno» non rispetta il regolamento. «Perché stiamo fermi senza che la seduta consiliare vada avanti? - tuona Gianni Bernabò Brea di Alleanza nazionale -. Mi sembra inopportuna e pretestuosa questa sospensione». Il capogruppo del Carroccio Edoardo Rixi insiste: «La politica del Comune la fanno i no global». Sono le quattro e venti del pomeriggio quando dopo tanti sudori freddi si muove qualcosa. Sono loro, i no global che fanno irruzione nella sala consigliare. Tanto caos, per poi essere in neppure una quindicina. Ma a quel punto la mozione di Rifondazione comunista poteva essere esposta.
«Il problema abitativo a Genova, come in altre città italiane, è divenuto per le fasce più deboli ed emarginate della popolazione una vera e propria emergenza sociale - spiega Laura Tartarini -, e a tale problema il Comune è tenuto a dare risposte sicuramente non di ordine pubblico». La consigliera di Rifondazione fa riferimento allo sgombero di un'ottantina di extracomunitari da due palazzi in via Laminatoi a Cornigliano, avvenuto lo scorso gennaio da parte delle forze dell'ordine.
Uno sgombero che ha indignato la sinistra e i ragazzi dello Zapata che già precedentemente erano intervenuti in consiglio comunale per protestare. «Al degrado non si risponde con la polizia», ha detto Matteo Jade portavoce dei no global.

L'assessore al patrimonio in sede consigliare ha risposto in merito alla richiesta di convocare al più presto la commissione alloggi per discutere sull'emergenza abitativa in modo poco rassicurante: «Io miracoli non ne so fare». Tra i tappeti rossi per i no global e le risposte miracolose degli assessori, il Comune di Genova si difende come può.

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