Mancano supplenti e i prof fanno gli straordinari

Non ci sono supplenti. E le scuole elementari statali pagano con i propri soldi ore supplementari ai docenti in ruolo. Molte direzioni hanno già speso tutti i soldi che sono arrivati da Roma. Altre devono ancora pagare quelle dello scorso anno. Così, il Ministero della Pubblica Istruzione ha mandato ad ogni circolo didattico un fondo supplementare con cui pagare gli insegnanti di ruolo per le ore eccedenti.
Molti insegnanti a tempo indeterminato hanno dato la propria disponibilità a lavorare ore in più per coprire colleghi in malattia, in permesso. E sì, perché pagare docenti in ruolo per ore eccedenti, costa meno al Dicastero della Pubblica Istruzione, piuttosto che nominare insegnanti a tempo determinato. Ma questa filosofia non piace a molti. Sostengono che si portino via posti di lavoro. A ciò si aggiunga che per i plessi scolastici genovesi è diventato impossibile nominare insegnanti a tempo determinato. Il nuovo regolamento, che tutela a dismisura i supplenti, fa sì che spesso se ne approfittino. «È il risultato di una contrattazione sindacale - spiegano i dirigenti scolastici genovesi - che ha portato questa situazione all'esasperazione».
Fino a qualche anno fa, infatti, i docenti non di ruolo potevano scegliere tra due direzioni didattiche da cui poter essere chiamati in servizio. Se non rispondevano alla chiamata, che le segreterie facevano alle 8 della mattina, avevano l'obbligo di portare un certificato medico, altrimenti finivano in fondo alla graduatoria. In qualche plesso si racconta che, iniziata la ricerca a settembre, a dicembre è arrivato finalmente qualcuno a ricoprire il posto vacante. Infatti i docenti chiamati per telefono, se non rispondono devono essere contattati con i telegrammi. E hanno quarantott’ore di tempo per rispondere. Questo anche quando la supplenza è di un giorno. «E bisogna seguire pedissequamente la graduatoria - dicono dalle segreterie - altrimenti se una persona non viene contattata con tutti i crismi, non si aspettano le quarantott'ore per avere una risposta, etc. si rischia che la persona in questione può fare ricorso. E la scuola, purtroppo in torto, paga come una banca».
La media delle telefonate che le segreterie delle scuole devono affrontare giornalmente è di ottanta. Tra l'altro, le graduatorie genovesi sono completamente esaurite. «Calcolate - spiegano alcuni dirigenti scolastici - che non esiste una rete fra tutte le scuole. Quindi non sappiamo mai in tempo reale la situazione di una supplente. Cioè se ha già una nomina o è in servizio in qualche scuola, oppure è libera. Sarebbe tanto comodo - continuano - che il Provveditorato provvedesse a metterci tutti in comunicazione, in modo da sveltire le procedure». E invece no. Così aumentano a dismisura i costi di telefono e di posta delle scuole.

Soldi che potrebbero benissimo essere risparmiati ed investiti su altre voci di spesa. Da molti mesi, tra l'altro, da Genova le telefonate partono su tutta Italia. Le uniche graduatorie libere sembrano quelle del Sud Italia.

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