Manchester ingordo, al Chelsea non riesce l'aggancio in vetta. Ora Ancelotti rischia

Carlo Ancelotti ci sperava, eccome se ci sperava. Ma l’attesa è andata delusa. E il suo Chelsea (suo fino a quando?) ha lasciato all’Old Trafford lo scudetto vinto alla grande l’anno scorso. Troppo forte il Manchester United di sir Alex Ferguson, praticamente imbattibile in casa

Carlo Ancelotti ci sperava, eccome se ci sperava. Ma l’attesa è andata delusa. E il suo Chelsea (suo fino a quando?) ha lasciato all’Old Trafford lo scudetto vinto alla grande l’anno scorso. Troppo forte il Manchester United di sir Alex Ferguson, praticamente imbattibile in casa dove ha pareggiato solo una partita su 18; troppo debole la squadra londinese, lontana parente di quella che nel passato campionato aveva vinto da queste parti con pieno merito. Il risultato di 2-1 è bugiardo perché non rende giustizia alla forza dei “reds” che hanno fallito almeno cinque occasioni dopo l’uno-due di Hernandez al 36’’ e di Vidic al 23’. Fuori dall’ordinario, in particolare, gli svarioni di Rooney. La rete di Lampard, giunta a metà ripresa, è servita solo a scaldare gli animi. Ininfluente la direzione di Webb, temuto da Ancelotti. O meglio. L’arbitro inglese ha finito per sfavorire i padroni di casa chiudendo gli occhi su un mani di Lampard in area e su un fallo da espulsione di Ivanovic. E così il Manchester Utd. ha superato nuovamente il Chelsea dopo averlo tramortito in Champions League e prima ancora nella Community Shield. Pronostico rispettato, in linea con le previsioni dei bookmakers. E campionato in cassaforte. Oddio. Per la matematica manca un punto. Quel punto che la banda di Ferguson vuole prendersi sabato prossimo a Blackburn per rivincere la Premiership e staccare il Liverpool nell’albo d’oro. Poi l’attenzione dei “reds” sarà rivolta alla finale di Champions, in programma il 28 maggio a Wembley contro l’armata di Guardiola.
È l’ennesima dimostrazione che i soldi sono tanto, ma non tutto. L’addio di Cristiano Ronaldo non ha pregiudicato le prospettive dello United, anzi, ne ha rafforzato la strategia rivolta ai giovani di valore piuttosto che ai campioni affermati. Più o meno come il Barcellona che in organico vanta 8 ragazzi fatti in casa. A poco sono serviti invece i 58 milioni spesi da Abramovich per portare a Londra lo spagnolo Torres, mai decisivo con la maglia dei “blues”. Ne sa qualcosa Ancelotti che, dopo un avvio portentoso e una pausa preoccupante, è riuscito ugualmente a mettere sotto pressione il Manchester Utd.

Se i suoi avessero vinto all’Old Trafford, avrebbero raggiunto i rivali in classifica. Un sogno rimasto tale dopo la bella rincorsa. Fatto sta che la bacheca piange. E Abramovich non guarda tanto per il sottile. La conferma di Ancelotti è appesa all’umore del miliardario russo. E ai risultati della Roma.

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