nostro inviato ad Appiano
Fair play? Certo, ma evitiamo le solite italianate. Ovvero, inutile dire guai a chi non ci sta. Mancini e Rossi, uomini della panca che stasera saranno di fronte a San Siro, si trovano sulla stessa sponda circa strette di mano e affini. «Bella lidea», dicono tutti e due. «Però non è giusto imporla, deve sorgere spontanea, naturale», concludono. E Mancini aggiunge: «Se non voglio stringere la mano, non la stringo. Magari sono arrabbiato con me stesso...». Sì, certo lipocrisia è peggio. Meglio cercar un piccolo argine al traboccante fiume di ovvietà e melensaggini che sta cominciando a scorrere sulla questione. Ora tutti sanno che cosa sia il senso del fair play. Ora tutti sanno che il rugby ha fatto scuola. Ma lo sapevano anche prima. «Appunto», sostiene Mancini. «Nel rugby lhanno sempre usato, è naturale e spontaneo, cè una mentalità diversa rispetto al calcio. Fa parte della storia del rugby, da noi sembra un po forzata. Però va fatto, è una cosa bella, soprattutto se in campo cè stato qualcosa di troppo».
Il «troppo» vissuto anche in quella domenica bestiale che ora obbliga Inter e Lazio al recupero. Parlando di calcio: prove di fuga per la gente nerazzurra? «Sinceramente non sappiamo dove andare...», la battuta è ancora di Mancini che ovviamente non si è risparmiato neppure sul fronte medico. Stankovic giocherà? «No, parte dalla panchina. Ha la tallonite solo da quattro mesi». E sottolinea quattro mesi. Il serbo in serata ha poi lasciato il ritiro a causa del persistere del dolore. Vieira? «Terreno minato». Materazzi? «Vedremo tra Lazio e Torino».
Avviso ai naviganti per stasera: «Attenti alla Lazio, è un pericolo vero». Già, e la Lazio cosa dovrebbe dire?
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