Volete salvare le cellule grigie del vostro cervello? Volete difendervi dalla demenza senile? E allora mangiare pesce. Al forno o alla griglia, in guazzetto o con le olive, la ricetta importa fino a un certo punto, purchè non sia fritto. Ma quello che conta è davvero consumarlo almeno una volta alla settimana, quanto basta cioè per preservare il volume della materia grigia del cervello e abbassare di quasi cinque volte il rischio di ammalarsi di Alzheimer.
A sostenerlo è uno studio condotto dall'università di Pittsburgh presentato al meeting annuale della «Radiological society of Nord America». I ricercatori hanno raccolto da un gruppo di volontari informazioni sul consumo abituale di pesce nella dieta. Nel campione sono stati individuati 163 soggetti che mangiavano sogliole o branzini da una a quattro volte la settimana. Tutti sono stati sottoposti alla risonanza magnetica del cervello in 3D, con una tecnica denominata morfometria basata sui Voxel, che serve a creare una mappatura del cranio allo scopo di misurare il volume della materia grigia.
Ebbene, dai risultati dello studio, si è potuto rilevare un collegamento preciso tra consumo di pesce al forno o alla griglia e le cellule grigie. Chi ne ha mangiato, ha presentato un maggior volume della materia grigia nelle sedi dell'ippocampo e nella corteccia frontale e ha ridotto di cinque volte il rischio di MCI o di ammalarsi di Alzheimer. «É la prima indagine che riesce a stabilire una relazione diretta tra consumo di prodotti del mare, struttura del cervello e rischio di Alzheimer - ha spiegato il coordinatore dello studio, dottor Cyrus Raji - . Mangiare pesce al forno o alla griglia sostiene molto i neuroni nella materia grigia rendendoli più grandi e più sani. Questa semplice scelta di vita aumenta la resistenza del cervello al morbo di Alzheimer e ne riduce il rischio».
Una buona notizia, dato che ad oggi l'Alzheimer è ritenuta una patologia incurabile: soltanto in Europa, ne soffrono oltre sette milioni di persone.
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