Il maratoneta alla radio con il fiatone

Povero Silvio Sircana, portavoce di Romano Prodi. Mentre Ricky Franco Levi, ex portavoce e sempre in competizione con il successore, consiglia il professore bolognese di apparire di più, Sircana, uomo d'azienda dotato di solido buon senso, gli dice continuamente di stare lontano da schermi e microfoni. Ci sono tanti amici direttori della carta stampata - gli suggerisce - che se proprio non ce la fanno a mettere a posto i tuoi testi, vedi l'ultima sbrodolata sulla moralizzazione dei ds apparso sulla Stampa, almeno riescono a fare dei bei titoli che orientano i lettori.
Da radio e tv è meglio stare lontani. Presto o tardi con par condicio o altri trucchetti, gli abilissimi uomini della disinformatija diessina riusciranno a bloccare Silvio Berlusconi. Nessuno lo potrà più vedere o ascoltare. Non c'è da preoccuparsi. Intanto l'ex presidente dell'eurocommissione è meglio che stia lontano da tutto ciò che registra la sua immagine e la sua voce.
Ieri, ahimè per l'eroico portavoce, il professore, però, gli è sfuggito, è prevalsa la linea di Ricky, il predecessore, e la frittata è stata fatta in diretta su Radio 24, l'emittente del Sole 24 Ore.
Eccolo lì il maratoneta più o meno fasullo a bofonchiare per un periodo di tempo che al suo povero portavoce è sembrato eterno. Le poche cose che si capivano («abbasseremo le tasse», «aumenteremo le pensioni minime»), erano cose che gli ascoltatori informati sapevano essere scelte già del governo in carica, certo migliorabili ma collocate saldamente su una linea berlusconiana. Sia pure annunciata prodianamente, in modo confuso: abbasseremo le tasse a quelli che le pagano. Certo abbassarle a quelli che non le pagano, appare complicato. Alzeremo le pensioni minime affiancandogli il risparmio modulato. Boh.
E, poi, dice Prodi; colpiremo le rendite finanziarie e immobiliari. Tasserete la casa, dunque? No, gli appartamenti sono investimenti legittimi. E allora? Colpiremo solo i furbetti. Cioè per non farsi tassare la casa bisognerà dimostrare di essere stupidotti?
Proprio sui furbetti, il gentile Giancarlo Santalmassi ha cercato di fare un piacere a Prodi chiedendogli: «Chi sono oggi i furbetti del quartierino?» Da qui è partita la serie di non risposte che Prodi ha dato su argomenti i più vari: dall'Alitalia al programma dei cento giorni alla politica estera. Risposte quasi alla Groucho Marx che vi potete leggere nelle pagine interne del Giornale.
Tutta la conversazione era partita con una premessa: se non mi lasceranno fare riforme radicali, io non ci starò. Quasi un novello Oscar Luigi Scalfaro (quello che a metà degli anni Novanta aveva detto di non starci a inchieste giudiziarie su di lui) così aveva parlato il bofonchiante professore bolognese. Rivolto al malvagio centrodestra? No, rivolto ai suoi. È lui il leader incoronato dalle primarie ma non è lui a garantire per il suo schieramento. Anzi, chiede lui garanzie.
Insomma, prima di concludere questo articolo, lasciateci esprimere un pensiero di umana comprensione al povero Sircana: deve «vendere» un candidato che invece di guidare la sua coalizione la ricatta (ha persino detto: o così o pomì, forse ricordandosi della Cirio), non è in grado di tirare giù due parole sugli argomenti del giorno tipo l'Alitalia (e sì che da presidente dell'Iri ha dato una bella mano a conciarla così), non sa proporre due idee programmatiche in modo convincente.

Altro che par condicio, ci vuole la nulla condicio, deve avere pensato il disperato Sircana: è assolutamente vietato ai leader delle due coalizioni avvicinarsi in qualsiasi modo, in qualsiasi momento, a qualsiasi tipo di trasmittente tv o radiofonica.

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