La Marcegaglia: le banche non lascino sole le imprese, bene la Tremonti-ter

Nuovo appello del presidente degli industriali: "In una situazione di questo tipo difficile fare gli investimenti. Dobbiamo lavorare tutti perchéquesta restrizione del credito piano piano si allenti". Il pagamento dei crediti della pubblica amministrazione "passo avanti importante"

Grosseto - "Noi continuiamo a fare appello alle banche perchè non lascino sole le imprese". Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, richiamando e condividendo le parole in questo senso pronunciate dal presidente della Bce, Trichet, torna a sottolineare sottolineare che quello della stretta creditizia "è una delle vere emergenze". "C’e una restrizione del credito molto forte", ha detto il presidente degli Industriali, a margine dell’Assemblea generale della Confindustria di Grosseto. Questo rende "in una situazione di questo tipo difficile fare gli investimenti. Dobbiamo lavorare tutti - ha ammonito Marcegaglia - perchè questa restrizione del credito piano piano si allenti".

Commentando i dati Istat sull’aumento del rapporto deficit-Pil, che nel primo trimestre dell’anno ha raggiunto il 9,3%, il presidente di viale dell’Astronomia ha osservato come "ci sia anche un effetto legato al fatto che sono stati rimandati i pagamenti di coloro che sono sottoposti agli studi di settore", oltre al fatto che "chiaramente in un momento in cui l’economia va male, anche gli incassi sono più bassi. Attendiamo - ha concluso - di capire cosa succederà nel prossimo trimestre".

"Chiaramente se ci fossero veramente questi 23 miliardi di euro" per il pagamento dei crediti da parte della Pubblica amministrazione "sarebbe un passo in avanti importante". Ha poi affermato parlando della norma contenuta nel decreto anti-crisi che sblocca i pagamenti della P.a. alle imprese, sottolineando tuttavia che "adesso attendiamo di capire quando e come questi soldi verranno pagati".

La detassazione degli utili reinvestiti, prevista dal decreto anti crisi varato dal Governo, è una misura "positiva" per supportare le imprese, "ma stiamo lavorando per cercare di allargarla ad altri settori", ha spèiegato ancora Emma Marcegaglia. "Sulla Tremonti-Ter stiamo cercando di lavorare con il ministro per vedere se è possibile ampliare i settori che hanno la possibilità di accedervi".

Sono infatti "fuori - ha indicato il presidente di viale dell’Astronomia - il computer, le parti elettroniche degli impianti, tutta la parte di autoveicoli anche pesanti, come i camion, che sono sicuramente uno strumento importante per fare industria". L’idea è quella di cercare "nei limiti del possibile" di portare questo tipo di agevolazione in "tutti i settori principali dell’industria". 

 

Commenti
Avatar di charmant2 charmant2
4 Lug 2009 - 09:50
Le banche si stanno ancora leccando le ferite inferte loro da imprenditori disonesti con programmi fallimentari messi in atto sin dall'inizio dell'attività.E' charo che le banche vadano avanti con i piedi di piombo non concedendo fidoPurtroppo è così.
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Avatar di ROIA99 ROIA99
3 Lug 2009 - 15:25
La Marcegaglia ha ragione, ragionissima, ma c'e' da dire che le banche non possono erogare soldi a casaccio, hanno il dovere di accertare a chi valga la pena destinarli. Suppongo non sia cosa possibile da fare dall'oggi al domani. E' anche vero pero' che il rischio che le banche ci marcino c'e'. Non sarebbe il caso, oltre che controllare l'agire degli istituti di credito, coadiuvarli nel lavoro di "discrimine"?
Avatar di ROIA99 ROIA99
3 Lug 2009 - 15:25
La Marcegaglia ha ragione, ragionissima, ma c'e' da dire che le banche non possono erogare soldi a casaccio, hanno il dovere di accertare a chi valga la pena destinarli. Suppongo non sia cosa possibile da fare dall'oggi al domani. E' anche vero pero' che il rischio che le banche ci marcino c'e'. Non sarebbe il caso, oltre che controllare l'agire degli istituti di credito, coadiuvarli nel lavoro di "discrimine"?
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3 Lug 2009 - 15:25
La Marcegaglia ha ragione, ragionissima, ma c'e' da dire che le banche non possono erogare soldi a casaccio, hanno il dovere di accertare a chi valga la pena destinarli. Suppongo non sia cosa possibile da fare dall'oggi al domani. E' anche vero pero' che il rischio che le banche ci marcino c'e'. Non sarebbe il caso, oltre che controllare l'agire degli istituti di credito, coadiuvarli nel lavoro di "discrimine"?
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4 Lug 2009 - 09:50
Le banche si stanno ancora leccando le ferite inferte loro da imprenditori disonesti con programmi fallimentari messi in atto sin dall'inizio dell'attività.E' charo che le banche vadano avanti con i piedi di piombo non concedendo fidoPurtroppo è così.
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4 Lug 2009 - 09:50
Le banche si stanno ancora leccando le ferite inferte loro da imprenditori disonesti con programmi fallimentari messi in atto sin dall'inizio dell'attività.E' charo che le banche vadano avanti con i piedi di piombo non concedendo fidoPurtroppo è così.
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4 Lug 2009 - 09:50
Le banche si stanno ancora leccando le ferite inferte loro da imprenditori disonesti con programmi fallimentari messi in atto sin dall'inizio dell'attività.E' charo che le banche vadano avanti con i piedi di piombo non concedendo fidoPurtroppo è così.
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