Riforma del Fisco, come cambiano le detrazioni e chi pagherà meno tasse

Il governo Meloni starebbe pensando a una rimodulazione delle classi di reddito stabilite dal governo Conte con la legge di bilancio 2020

Riforma del Fisco, come cambiano le detrazioni e chi pagherà meno tasse

Il nodo della riforma del Fisco, su cui il governo è già al lavoro, passerà inevitabilmente anche attraverso una ridefinizione dell'ambito relativo alle detrazioni e deduzioni previste per la dichiarazione dei redditi. Alla base del rinnovamento dovrebbe esserci un ritocco delle categorie interessate dagli sconti fiscali sulla base del reddito complessivo, definite dal governo Conte con la legge di Bilancio 2020: sconti fiscali che diminuiscono con l'incremento del reddito annuo fino a sparire oltre una certa soglia.

Cosa accade ora

A partire dalla dichiarazione dei redditi 2021, pertanto, la detrazione d'imposta per alcune spese varia sulla base dell'importo del reddito complessivo del contribuente. Ad oggi tali detrazioni spettano integralmente ai titolari che dichiarano un reddito complessivo fino a 120mila euro. Il credito decresce oltre questa cifra, fino ad azzerarsi una volta raggiunti i 240mila euro. A quali agevolazioni si fa riferimento? In primis a tutta una serie di beni/servizi per i quali è prevista una detrazione al 19%, quali ad esempio le spese per le assicurazioni sulla vita, quelle per l'istruzione e la formazione universitaria, per lo sport dei figli, per l'affitto di una casa per uno studente fuori sede, quelle previste per il pagamento di colf/badanti, o quelle funebri. Nella lista sono incluse anche le detrazioni al 26% per le erogazioni liberali alle Onlus o ai partiti politici.

Le modifiche al vaglio

La ridefinizione di detrazioni e deduzioni rientra all'interno del "Rapporto programmatico sulle spese fiscali" allegato al Nadef, dove si dice esplicitamente che"il riordino delle tax expenditures può essere compiutamente definito solo all'interno di un più ampio e organico disegno di riforma fiscale". Come anticipato da Il Sole 24 Ore, l'esecutivo starebbe pensando di dimezzare la soglia attualmente in vigore: le detrazioni, quindi, spetterebbero integralmente solo fino ai 60mila euro di reddito complessivo, inizierebbero a ridursi progressivamente per redditi compresi tra 60mila e 120mila euro e si azzererebbero infine oltre la soglia dei 120mila.

Flat tax

Un'ipotesi al momento non condivisa da tutti all'interno della maggioranza, ma che comunque permetterebbe di reperire quelle risorse finanziarie necessarie ad innalzare la soglia della Flat Tax dagli attuali 65mila fino agli 85mila euro, così da aprire le porte del regime agevolato alle partite Iva.

Quoziente familiare

Come anticipato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, tutti gli sforzi del governo si concentreranno sulla lotta al caro-bollette. A disposizione dovrebbero esserci 30 miliardi di euro. Per il resto, le altre voci della manovra dovrenno trovare "copertura al loro interno".

Con l'obiettivo di ridurre il carico fiscale sui contribuenti si starebbe pensando all'introduzione di un nuovo parametro, definito "quoziente familiare", sistema di tassazione che tiene conto del "carico familiare" sulla base di un

meccanismo elementare: gli sgravi maggiori sono previsti per le famiglie con più figli a carico. Le aliquote d'imposta sarebbero pertanto ricavane sul reddito familiare diviso per il numero di componenti.

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