Marrazzo bocciato dal «suo» governo

Daniele Petraroli

La notizia arriva inattesa, per bocca dello stesso (un po’ ingenuo nella circostanza specifica) presidente della Regione Marrazzo all’ora di pranzo a margine di una conferenza dell’Agensport. «Abbiamo delle perplessità - ha raccontato Marrazzo - perché il governo non ha accettato la rimodulazione dei debiti, ossia lo spalma-debiti, poiché ci viene imposto che gli aumenti delle entrate derivanti dalle aliquote di Irpef e Irap devono essere impiegate per risanare il debito del 2005. Questo pone dei problemi». E ci mancherebbe pure. Fuor di politichese, in sostanza, il presidente ha ammesso che lo stesso governo dell’Ulivo ha giudicato inaccettabile il piano presentato dalla Regione che ha l’identico colore politico. «Ci è stato detto - ha continuato il governatore - che a marzo potremmo rivederci a un tavolo. Alla fine comunque dovremo riuscire a raggiungere un fondo adeguato per i livelli essenziali di assistenza (Lea)».
La vicenda è quella dello spaventoso debito pubblico sanitario regionale. A giugno il governo impose alle sei regioni che avevano sforato i tetti di spesa (oltre al Lazio, Abruzzo, Campania, Liguria, Molise e Sicilia) di aumentare le aliquote fiscali Irpef e Irap per far fronte al deficit. La giunta di Marrazzo, però, come si evince proprio dalle parole del presidente, pensava evidentemente di utilizzarli per azzerare le spese dell’anno corrente. Ieri invece la notizia dell’altolà del governo. Le nuove entrate ricavate dall’aumento delle tasse serviranno a coprire il buco pregresso. Quello del 2005 precisamente. Con buona pace dei «piani» dell’amministrazione.
Il centrosinistra, poi, nel corso della giornata ha cercato di portare la battaglie sulle spese indirizzandola verso quelle del Consiglio regionale. «Riduciamo i costi della politica, ottimizziamo le risorse disponibili, - questi i punti di una lettera inviata dal presidente del consiglio regionale Massimo Pineschi a tutti i consiglieri della Regione - rendiamo più agile e funzionale la struttura consiliare anche con riferimento ai gruppi consiliari, alle commissioni e all’ufficio di presidenza, rivediamo e modifichiamo il regolamento del consiglio per dare impulso all’attività legislativa e collegarla efficacemente agli interessi dei cittadini della Regione Lazio». Immediata la risposta del centrodestra. «La maggioranza regionale sta cercando, agitando lo specchietto per le allodole delle presunte eccessive spese del Consiglio regionale, di distrarre l’attenzione dal problema vero: i costi della sanità - è stato l’affondo del capogruppo della Dc alla Pisana Fabio Desideri -. I sistemi per risparmiare ci sono e distrarre l’attenzione è inutile e irrispettoso nei confronti dei cittadini del Lazio. Risulta quindi a rischio il Patto per la sanità tanto propagandato dallo stesso Marrazzo e da Battaglia, questo la maggioranza lo ha capito bene. Da qui nasce l’azione, per nulla casuale, di distrarre l’attenzione».
Altrettanto critico il vicepresidente della commissione Sanità al Senato Cesare Cursi (An): «Che gli aumenti delle imposte dovessero servire a risanare i debiti era già chiaro dalla scorsa Finanziaria.

Marrazzo invece che rinviare le discussioni di altri sei mesi dovrebbe spiegare perché non ha attivato leggi tramite le quali si potevano controllare le spese sanitarie». La parola, adesso, a Marrazzo cui ricordiamo soltanto che nel 2006 il Lazio ha avuto un aumento record del 14,1 per cento per la spesa farmaceutica, tanto per restare in tema di «spese incontrollate della Regione».

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