Marta e Claudio, un idillio

Ferruccio Repetti

Se ne mormorava da tempo, negli ambienti della sinistra euro-genovese. Ma ora è ufficiale: tra Marta Vincenzi, l’affascinante dark lady della politica di Porta Soprana, e Claudio Burlando, l’ingegnere ingessato doc della Quercia indigena, c’è feeling autentico, quasi una sorta di affinità elettiva. Che sfiora la complicità. Intendiamoci: si tratta di rapporto anticonvenzionale, libero, da sinistra antagonista piuttosto che da convergenze parallele. Ma l’intesa c’è, è incontestabile, ormai senza pudori reverenziali. Ed è balzata all’evidenza ieri, quando Marta che non vuole essere Supermarta ma semplice «onorevole» ha incontrato Claudio che non vuole essere governatore ma semplice «caudillo», per dimostrare a tutti che fra lei e lui non c’è mai stata nessuna lite, ma che dico? nessuno screzio, neanche a proposito della candidatura a sindaco di Genova. E chi la pensa male - conferma lei - sbaglia di grosso, anche per quanto riguarda la più recente delle querelle che dovevano scavare un solco fra i due colombi, e invece hanno finito per cementare ancora di più e meglio il loro sodalizio: parliamo del cocktail di Casa Liguria a Bruxelles, organizzato da Burlando senza aver invitato personalmente Marta Vincenzi, neppure via sms. «Lei se l’è presa a morte, ora pensa solo a vendicarsi!» hanno tuonato immediatamente i maliziosi, tanto per mettere altra zizzania. Tutte balle: Marta fa sapere subito, cioè qualche giorno dopo, che lei non c’è andata, a quel cocktail, perché aveva già promesso da tempo di mettere le gambe sotto il tavolo, alla cena di Federalimentari, cui le «era stato chiesto di partecipare attivamente», senza problemi di linea. Nessuna assenza polemica, quindi, a Casa Liguria, solo - come dire? - un menù più abbondante da rispettare. La conferma arriva dallo stesso entourage di Burlando che ieri, prima dell’abboccamento chiarificatore, aveva puntualizzato con cura: «Marta Vincenzi è stata messa a conoscenza dell’incontro a Bruxelles con una lettera di Casa Liguria. Tanto è vero - insiste cortesemente il documento - che l’onorevole, il 24 novembre, comunicava di essere impossibilitata a intervenire».

Ieri, infine, una nota al marzapane di Marta che ha messo il sigillo alle cattive interpretazioni: «Un semplice inconveniente di comunicazione con il mio amico e compagno Claudio. Basta farfallaggini». A pensar male, insomma, anche stavolta si fa peccato. E se ci s’azzecca, Claudio e Marta non c’entrano. Prendetevela con Andreotti, o al massimo con le farfalle.

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