Massacrato in strada per un’occhiata

MilanoFa impressione, e preoccupa, la scia di fatti di cronaca degli ultimi mesi che hanno dimostrato come, lungo le strade milanesi, spesso si muoia per un nonnulla o, peggio ancora, per niente. Dopo la filippina massacrata per strada nell’agosto 2010 da un pugile ucraino che non l’aveva mai vista prima; dopo il tassista picchiato a morte due mesi più tardi da un giovane balordo per aver travolto un cane con la sua vettura di servizio (e non era colpa sua) e dopo che un pensionato di 71 anni, nell’agosto scorso, in seguito a una lite per ragioni di viabilità, ha investito e ucciso con la sua auto un 38enne in scooter, da sabato notte c’è un’altra vittima di questa follia collettiva, ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Niguarda. È un cinese di 55 anni ferito a calci e pugni alla testa da un giovanissimo ecuadoriano che, ubriaco fradicio, lo ha fermato per strada, senza conoscerlo, accusandolo di guardare una ragazzina italiana che, invece, stava importunando proprio lui.
Il sudamericano per il momento è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ma il cinese - «colpevole» solo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato - sta lottando contro la morte e i medici disperano di salvarlo.
Tutto accade, una manciata di minuti prima della mezzanotte di sabato in via Baldinucci, quartiere Comasina, zona nord di Milano. E, tanto per restare in argomento, proprio a due passi dalla Bovisa, dove il 12 gennaio scorso un vigile di quartiere, Nicolò Savarino, è stato ucciso da un Suv guidato da un nomade al quale aveva solo intimato l’alt con il fischietto. Per strada in quel momento ci sono 5 ragazzi italiani che fanno parte della stessa compagnia. Insieme a un 17enne, a un 16enne e a un 32enne che abitano in zona ci sono una ragazza di 15 anni e il fratello 17enne di lei, residenti nel vicino comune di Bollate. I giovani stanno parlando quando vengono raggiunti da una vecchia conoscenza del quartiere, un ecuadoriano, pure lui 16enne, che tutti chiamano Will. Il ragazzo ha bevuto parecchio e comincia a corteggiare la 15enne italiana che mal lo sopporta.
In quel momento in strada passa un cinese chiuso nel suo giubbotto. Il giovane ecuadoriano lo prende di mira. «Perché guardi la mia ragazza?» lo apostrofa parandoglisi davanti. L’uomo ha il triplo degli anni del sudamericano, ma non vuole avere guai e, dinnanzi a quel ragazzino mai visto prima ma chiaramente un po’ su di giri, preferisce accelerare il passo e andarsene. L’ecuadoriano lo segue, il cinese allora si mette a correre e il giovane fa altrettanto e, quando lo raggiunge, lo butta a terra, facendogli sbattere la testa sull’asfalto. Quindi lo massacra di calci e pugni e poi scappa, mentre i ragazzi italiani tentato di soccorrere il poveretto a terra.
Una donna che abita in via Baldinucci, sentendo del trambusto in strada, chiama il 113. Sul posto arrivano 5 «Volanti» e l’ambulanza che porta il cinese all’ospedale. La signora dice di aver visto solo un giovane con un giubbino bianco, scappare. I poliziotti lo trovano poco lontano, in via Brivio: è un italiano 16enne che fa parte della compagnia, ha ancora il giubbino sporco di sangue per aver tentato di soccorrere il cinese.

«È stato Will - spiega agli agenti -, abita a due passi da qui, in via Brusuglio». Ed è proprio nell’appartamento che l’ecuadoriano divide con i genitori che la polizia lo trova poco dopo: ha ancora addosso i jeans e le scarpe sporche di sangue.

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