Matrimoni gay, Corte costituzionale in udienza

La Consulta esamina la questione di legittimità inerente diversi articoli del codice civile che non consentono matrimoni gay. Bonino: "Il diritto faccia la sua parte". L'avvocatura dello Stato: "Non c'è obbligo di riconoscimento". Sei favorevole ai matrimoni gay? VOTA

Matrimoni gay, Corte costituzionale in udienza

Roma - La questione ha fatto discutere e di sicuro continuerà a far discutere. Stiamo parlando dei "matrimoni gay". Presto sull'argomento sarà scritto un punto fermo, a livello giuridico. Si è aperta, infatti, davanti alla Corte Costituzionale, l’udienza pubblica sulla questione di legittimità di una serie di articoli del codice civile che impediscono l'unione tra persone dello stesso sesso. L’argomento è stato portato all’attenzione della Consulta da alcune coppie gay di Venezia e Trento alle quali l’ufficiale giudiziario ha vietato di procedere delle pubblicazioni di matrimonio. I ricorrenti affermano che nell’ordinamento non esisterebbe il divieto espresso al matrimonio tra persone dello stesso sesso in quanto tra i requisiti non è prevista la diversità di sesso.

Il ricorso Nel ricorso si afferma che il divieto viola il principio costituzionale di uguaglianza tra cittadini ed è in contrasto von le norme europee in materia. Ne deriverebbe inoltre una "irragionevole disparità di trattamento" tra omosessuali e transessuali dal momento che a questi ultimi - dopo il cambiamento di sesso - è consentito il matrimonio tra persone del loro stesso sesso originario.

Attesa per il verdetto L’avvocatura dello Stato, costituitasi in giudizio per la presidenza del Consiglio, sostenendo l’inammissibilità della questione, sottolinea, tra l’altro che, nel caso di accoglimento da parte della Corte, si produrrebbe una "operazione di manipolatura del tessuto normativo" che compete al legislatore. Il relatore della causa è il giudice Alessandro Criscuolo. Il verdetto potrebbe essere emesso in giornata. "Il diritto deve fare la sua parte - ha commentato la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino - questa iniziativa parte anche da tutto un contesto europeo e credo vada seguita con attenzione".

L'avvocato dello Stato La Carta di Nizza non impone il riconoscimento del matrimonio gay, al massimo lo incoraggia. È questa la tesi avanzata da Gabriella Palmieri, dell’avvocatura dello Stato. "A livello internazionale non è previsto alcun obbligo a riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Non lo chiede la normativa comunitaria, né la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, né la Carta di Nizza. A livello europeo si registra una pluralità di scelta negli ordinamenti dei diversi Paesi. Anche la Carta di Nizza afferma che la competenza finale è comunque del legislatore nazionale".

Grillini: soddisfatti qualunque sia l'esito "Qualunque sia l’orientamento della Corte costituzionale sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, già la discussione di oggi rappresenta un fatto di rilevanza storica perchè punta il dito su una discriminazione di fatto tra cittadini: da una parte cittadini che possono contrarre matrimonio, dall’altra cittadini che non possono contrarre matrimonio".

Lo dichiara, in una nota, Franco Grillini, presidente di Gaynet, che aggiunge: "E' bene ricordare che la stragrande maggioranza dei paesi europei, proprio perchè i destinatari dei diritti sono tutti i cittadini, si sono dotati di leggi, dal matrimonio gay al pacs, che riconoscono i diritti delle coppie omosessuali".  

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