Mauro Maffezzoni, l’artista che ridipinge i maestri celebri

«To shuffle» è un verbo inglese che significa mescolare, mischiare, scompigliare. Questo termine è anche spesso associato a un modello di apparecchio MP3 della Apple, l’«iPod shuffle», il player digitale più piccolo della terra. Questo gingillo avvalendosi di un semplice software mescola con un criterio casuale, almeno in apparenza, almeno 240 brani musicali.
Gli stessi concetti li ritroviamo nella ricerca artistica di Mauro Maffezzoni che dipinge senza nessun pregiudizio tutto ciò che colpisce la sua fantasia, da un dipinto antico a un episodio di cronaca o una pubblicità.
Un altro termine musicale che ricorre nell’opera di Maffezzoni le cui opere sono esposte alla Galleria Luisa Delle Piane in via Giusti 24 fino a martedì (chiuso il lunedì), è quello di «cover»: infatti l’artista ri-dipinge spesso quadri di celebri maestri della storia dell’arte. E proprio come avviene per le cover musicali, dove le vecchie canzoni sono riprese e riarrangiate, vecchie glorie riscoperte e riproposte, il suo criterio è quello della selezione da juke-box. Quando l’iPod shuffle fu lanciato sul mercato globale accompagnato dallo slogan «la casualità è il nuovo ordine» le discipline creative sembrarono essersi allineate. Il concetto «random» è affine a quello di «vita liquida», ossia precaria, vissuta in condizioni di incertezza. La preoccupazione sociale è quella di non riuscire a tenere il passo con la velocità delle cose che scorrono velocemente. Tra le arti del vivere liquido-moderno esiste anche quella di sbarazzarsi presto delle cose, un fatto che la società dei consumi considera ancora più importante di quello di acquisire valori. «La vita liquida modella secondo i canoni degli oggetti di consumo, il giudizio e la valutazione di tutti i frammenti, animati e inanimati del mondo», scrive Zygmunt Bauman. Alessandra Galasso nel catalogo che accompagna la mostra precisa che le opere di Maffezzoni sono un’espressione esemplificativa del post-modernismo perché l’artista applica in modo scientifico il principio post-moderno secondo il quale uno stile, un soggetto o un periodo storico equivale a un altro. Dunque, non c’è da stupirsi se accanto a «La vergine delle Rocce» di Leonardo da Vinci appaiono le Torri gemelle di New York.

Dal 1990 l’artista ha realizzato un migliaio di dipinti suddivisi in 21 categorie, lo stesso numero delle lettere presenti nell’alfabeto italiano.
Nel dizionario iconografico di Maffezzoni compaiono animali, cibi, edifici, giochi, abbigliamento, rifiuti, materie prime, organiche, soprammobili.

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