Maxi causa per i diritti di «Happy birthday»

L’associazione per l’educazione infantile reclama la sua quota lasciata in eredità da un parente delle ideatrici del motivetto

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

«Tanti auguri», la tradizionale canzoncina che accompagna il soffio sulle candeline del compleanno, è nell’occhio del ciclone per una contesa legale in cui sono in gioco milioni di dollari.
L’ associazione per l’educazione infantile Acei, che ha sede nel Maryland, ha chiesto di incassare parte dei diritti di autore ottenuti in eredità da un nipote delle due autrici morto nel 1992. L’Acei lamenta di non avere ancora ricevuto un quattrino anche se i diritti d’autore delle canzone ammontano a circa 2 milioni di dollari l’anno.
Cantata in tutto il mondo, nelle scuole e nei palazzi del potere, la canzone che oggi è nota nei paesi di lingua inglese come «Happy birthday» è stata scritta nel 1893 in Kentucky col titolo di «Good Morning to all» (buongiorno a tutti voi). L’autrice dei versi era un maestrina d’asilo, Patty Hill, che li voleva usare per salutare i bambini. Sua sorella Mildred, che da tempo pensava di lasciare gli asili per mettersi a cantare negro spiritual, aveva scritto le note. Per anni la canzoncina delle sorelle Hill è stata cantata soltanto negli asili della zona.
Nel 1931 l’allegra musichetta è improvvisamente apparsa a Broadway in un musical di successo, «The Band Wagon», e nel 1933 è stata usata dalla Western Union come telegramma cantato.
Nessuno si ricorda quando esattamente «Good morning to you all» è diventata «Happy birthday». Ciò che tutti sanno è che nel 1934 Jessica Hill, la sorella minore di Muriel e Patty, si è rivolta a un tribunale per ottenere il copyright in nome delle sorelle. Muriel era morta nel 1916 e Patty, che sarebbe a sua volta mancata nel 1946, aveva affidato a Jessica l’ incarico di rappresentarla.
Per Jessica Hill non è stato difficile dimostrare al giudice che le note di «Good Morning to all» di cui Patty e Mildred possedevano il copyright sono le stesse di «Happy birthday».
Nel 1935 Jessica Hill ha registrato il copyright di «Happy birthday». Secondo la legge in vigore all’epoca i diritti d’autore avrebbero dovuto scadere dopo 28 anni, rinnovabili per altri 28.
Alla morte di Jessica l’eredità di famiglia è stata divisa fra il nipote Archibald Hill e la Hill Foundation. Archibald Hill, un noto linguista che viveva ad Austin in Texas è morto nel 1992 senza eredi diretti ed il suo patrimonio è andato a Muriel Wright, un’infermiera di 58 anni che l’aveva amorevolmente assistito negli ultimi anni di vita.
«In pratica - aveva scritto un giornale dell’epoca - Muriel Wright ha incassato l’eredità perché non c’erano altri eredi disponibili ed il vecchio Hill non sapeva a chi lasciare i suoi soldi».
Nel 1976, quando la legge sul copyright è cambiata, Archibald e la Hill Foundation hanno svolto tutte le pratiche necessarie per portare a 75 gli anni in cui l’autore di una musica e i suoi eredi possono vantare i diritti. Nel 1998 la Warner Bros Communication, che nel frattempo era diventata con la Hill Foundation co-proprietaria dei diritti d’autore di «Happy birthday», ha ottenuto un’ulteriore estensione di 20 anni per cui la canzoncina scritta dalle due maestrine non potrà essere riprodotta gratuitamente fino al 2030.
La battaglia iniziata dalla Acei sarà lunga e difficile. Non è infatti chiaro il motivo per cui l’associazione, che sostiene d’aver avuto in eredità parte dei diritti d’autore dal professore Archibald Hill, ha aspettato più di 13 anni per rivendicarli. Secondo il Guinness Book of World Records «Happy birthday», «Auld Lang Syne» e «For He's a Jolly Good Fellow» sono le tre canzoni più popolari della lingua inglese.
Ogni volta che la canzone viene eseguita in pubblico, a teatro, in televisione, in un film, sia la Hill Foundation che la Warner Bros incassano denaro.

Anche la Casio, che ha messo nei suoi orologi digitali la musichetta di «Happy birthday», paga un tanto per orologio. Le cifre sono molto piccole ma l’uso che si fa nel mondo di «Happy birthday» è tale che lo scorso anno i diritti d’autore hanno superato i due milioni di dollari. Cifra peraltro destinata ad aumentare.

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