Maxi sequestro di merce taroccata a Fiumicino

Il valore della merce era di 4 milioni di euro

Maxi sequestro di merce taroccata a Fiumicino

Borse e scarpe in pelle di coccodrillo e da running, orologi, jeans, occhiali di note griffe, tutti rigorosamente «taroccati». Un fiume di merce falsa, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro pronta ad essere rivenduta su strade, piazze e spiagge di tutta Italia a prezzi stracciati, fino a cinque, sei volte inferiori rispetto a quelli imposti per gli originali. A bloccare appena in tempo il grosso carico proveniente dalla Cina, oltre cinquecentomila pezzi contraffatti, sono stati i finanzieri del Comando Gruppo Aeroporti di Fiumicino. Un fenomeno quello dell'invasione dei falsi dalla Cina, che ormai anche all'aeroporto di Fiumicino avviene con una frequenza quotidiana. Secondo le statistiche dei finanzieri il «modus operandi» è sempre lo stesso. La merce arriva nello scalo romano con voli cargo provenienti dalla Cina. In genere i «colli» sono intestati a società a cui fanno capo commercianti cinesi. Gente senza scrupoli che nella capitale e in altre città italiane gestisce attività commerciali in regola. In realtà delle vere e proprie coperture per gestire parallelamente i loschi traffici di falsi in arrivo dalla Cina e da altri paesi del «Far East».
Si tratta di un fenomeno talmente in crescita, che due anni fa aveva indotto il Governo a varare una legge che consentisse di applicare multe salate a coloro che acquistavano i falsi. Ma loro, il popolo irriducibile di consumatori di falsi, sembra disposto a tutto, compreso il rischio di beccarsi una super-multa (da 50 fino a 10mila euro), pur di accaparrarsi con una manciata di euro riproduzioni fedeli degli occhiali di Moschino, Cavalli, Prada o Gucci a soli 15, 20 euro, contro i 200, 250 previsti per i loro «gemelli» originali; oppure per una borsa «taroccata» di Vuitton o Gucci, tra 20 e i 75 euro. Una cifra conveniente se solo si pensa che può salire fino a nove, dieci volte il prezzo per acquistare una borsa griffata. «In alcuni casi, però, occorre fare molta attenzione - fa notare un investigatore della Guardia di finanza che lavora - perché, oltre ai rischi che si corrono per le sanzioni spesso sono da valutare anche quelli per la salute». Il riferimento è all'ingente sequestro avvenuto ieri a Fiumicino. «Il più delle volte i prodotti sono realizzati con grande cura e in grado di ingannare anche l'acquirente più attento - continua l'investigatore - ma possono essere dannosi per la sicurezza e la salute». Come nel caso delle migliaia di occhiali da sole su cui erano state montate le lenti con filtri per i raggi solari ben al di sotto degli standard previsti dalla legge; lo stesso per le cover dei telefonini: quelle false non assicurano una reale protezione dalle radiazioni. In altri casi il pericolo maggiore si può insidiare tra i giocattoli venduti a poco prezzo sulle bancarelle, privi del marchio comunitario Cee che ne garantisce la sicurezza. A Fiumicino gli esperti della Finanza, così come negli altri ingressi doganali del nostro Paese maggiormente presi di mira dai trafficanti, cercano di arginare come possono il fenomeno. Questo grazie anche al supporto della tecnologia. Software, banche dati e scanner, dunque, al posto della pistola nella fondina sono le armi in dotazione utilizzate spesso dagli investigatori esperti in materia di contraffazione. È proprio grazie alla cosiddetta tecnologia d'indagine che i militari sono riusciti ancora una volta a intercettare le rotte dei falsi provenienti dalla Cina. Le indagini, durate circa sei mesi, alla fine hanno premiato gli investigatori. Una volta stabilito che il materiale contraffatto giungeva in Italia tramite voli merci, sono riusciti a individuare la base logistica.

Questa veniva gestita da 13 commercianti cinesi nel quartiere Esquilino insieme a tre magazzini di stoccaggio nella periferia sud di Roma. Per tutti è scattata una denuncia per importazione e commercializzazione di materiale contraffatto e ricettazione.

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