Lui, ieri pomeriggio, alla manifestazione di solidarietà per il popolo tibetano in piazza della Scala, non c'era. Un fatto curioso per un monaco impegnato da oltre trent'anni a diffondere il buddhismo tibetano in Italia. Fondatore e guida spirituale del Centro studi tibetani «Mandala» di Milano, il venerabile Paljin Tulku Rinpoce è un importante Lama italiano che siede fra i maestri reggenti del Monastero di Lamayuru in India, dove tra l'altro dirige un grande centro internazionale di meditazione.
Boicotta i girotondini pro Tibet?
«Non la metterei in questi termini. I centri che rappresento hanno da sempre fatto la scelta di non partecipare a iniziative esterne che non siano incentrate sulla preghiera e sulla meditazione».
Cosa pensa delle manifestazioni che si svolgono ovunque nel mondo?
«Sono la testimonianza di una partecipazione che ognuno cerca di esprimere seguendo i propri sentimenti. Ma non è certo con gli scontri davanti alle ambasciate cinesi o con le bandiere bruciate che si stempera una situazione già di per sé difficile».
Cosa bisogna fare allora per esprimere la propria solidarietà?
«Suggerirei di fare dei cortei silenziosi, aprire i centri per incontri di meditazione anche per i non buddhisti, ricordando non solo il Tibet ma anche tutti quei paesi dove i diritti umani sono calpestati. Soprattutto suggerirei un diverso coinvolgimento dei monaci: un monaco buddhista che lancia sassi o urla in piazza non rende un buon servizio alla propria fede».
È favorevole al boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino?
«Fermare la macchina delle Olimpiadi è impossibile. Ci sono troppi interessi. E poi non sarebbe giusto neanche per gli atleti che hanno speso quattro anni della loro vita per coronare il sogno di gareggiare in questa grande festa dello sport e dell'amicizia fra i popoli».
Il premier cinese Wen Jiabao ha accusato il Dalai Lama di aver istigato la rivolta e di voler sabotare i Giochi
«Non so se il governo tibetano in esilio fosse all'oscuro di quanto stava per succedere in Tibet, ma certamente ha fatto bene il Dalai Lama a minacciare le sue dimissioni da leader politico».
Anche il Papa si è espresso sulla situazione tibetana.
«La voce autorevole del pontefice non influenzerà certo il governo cinese, ma autorizza tutti i cristiani a unirsi in preghiera con i buddhisti per la cessazione di ogni tipo di violenza nel mondo. E questo è un grosso avvenimento».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.