Messico: è carneficina continua

Quindici morti negli ultimi giorni negli scontri fra i cartelli della droga e le forze dell'ordine

L'ondata di violenza che sconvolge il Messico non accenna a finire. Solo da mercoledì sono quindici le vittime delle violenze scatenate dalle bande di narcos che si combattono nel Paese e non esitano a imbracciare le armi contro le forze dell'ordine. La contabilità, macabra, deve registrare la morte di due militari, cinque poliziotti e otto malviventi in diversi scontri. In particolare, tre poliziotti sono stati uccisi in un'imboscata a San Nicolas de los Garza, città satellite di Monterrey. A Lazaro Cardenas, sul Pacifico, alcuni cecchini hanno aperto il fuoco su cinque agenti della polizia federale. Il bilancio è di due morti e di tre feriti. Mercoledì, poi, c'è stata una vera e propria battaglia a Anahuac, nel Nuevo Leon.

A terra sono rimasti due militari e otto malviventi. I criminali erano a bordo di sette automobili. Si calcola che dal 2006, l'anno in cui è diventato Presidente Felipe Calderon, siano oltre 15 mila i morti dovuti alle violenze provocate dai cartelli della droga.

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