Messina-Novi, guerra continua: «Faccio ricorso, ho ragione io»

Messina-Novi, guerra continua:  «Faccio ricorso, ho ragione io»

(...) «su inesistenti richieste della Ignazio Messina SpA il maggior costo dell’opera e la necessità di un nuovo progetto». Da qui la reazione, fino a portare la questione nelle aule giudiziarie, da parte dell’ex presidente dell’Authority di Palazzo San Giorgio che si è costituito anche parte civile e, l’altro ieri, ha visto riconosciuta l’istanza.
Ma Ignazio Messina, amministratore delegato dell’azienda che porta lo stesso nome, non ci sta, e soprattutto non ci pensa nemmeno a incassare in silenzio, forte, fra l’altro - ne fa cenno esplicito in una nota - della circostanza che a suo tempo «sono stati adottati comportamenti e decisioni che hanno giovato ad alcuni operatori a preferenza di altri. E di ciò, inequivocabilmente, si dà atto anche in alcune sentenze definitive dell’autorità giudiziaria amministrativa, oltre che nelle indagini della Procura nelle testimonianze e nelle intercettazioni telefoniche». Tant’è, insiste l’armatore-terminalista, al vertice di un’azienda di caratura internazionale - novant’anni di storia di successo nel trasporto di merci via mare -, tant’è che una parte di questi fatti all’origine del procedimento penale contro di lui «sono anche alla base del procedimento penale che vede l’ex presidente Novi indagato per numerosi capi di imputazione e di cui non è stato tenuto conto nel mio processo per diffamazione».
In attesa, dunque, di valutare le motivazioni della sentenza (prevista entro 90 giorni) e di «fornire pubblicamente le prove e i documenti a fondamento delle dichiarazioni rilasciate a vario titolo», Messina si mostra tutt’altro che rassegnato e remissivo: «Sicuramente ricorrerò in appello - ribadisce con forza -, perché pur rispettando doverosamente la sentenza emessa, sono profondamente convinto della mia buona fede e di aver rilasciato dichiarazioni a fondamento delle quali, in quel momento, esistevano già dei chiari ed evidenti fatti». Resta il tempo per dare atto all’attuale presidente dell’Authority Luigi Merlo «di quanto, tanto, sta facendo per la promozione e l’immagine dello scalo nelle mille difficoltà in cui ha ereditato la direzione».

Ma che anche questo significhi gettare la spugna, da parte di Ignazio - proprio lui che porta il nome del tenacissimo capostipite dell’impresa -, è bene che tutti se lo dimentichino subito: la battaglia, par di capire, è solo all’inizio. Che poi, a vincerla alla fine, sia Genova e il suo porto, be’, questo è tutto un’altro discorso.

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