Acqua mista alla sabbia del Sahara: cosa succede alla pioggia

Precipitazioni miste a pulviscono sahariano: ecco di cosa si tratta e quali sono le condizioni atmosferiche affinché possa verificarsi questo fenomeno

Acqua mista alla sabbia del Sahara: cosa succede alla pioggia
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Chi vive al Centro-Nord si sarà accorto che le auto e le varie superfici esterne come balconi e ringhiere, a causa delle piogge e dei fenomeni localmente intensi delle ultime ore si sono sporcate di un colore ormai sempre più consueto, a metà strada tra giallastro e marrone: si tratta del pulviscolo sahariano in sospesione nell'atmosfera che al Sud e sulla Sicilia, dove sono mancate le precipitazioni, ha patinato il cielo rendendolo lattiginoso.

Di cosa si tratta

Ma come è possibile che dall'entroterra africano riesca a sollevarsi una tale quantità di polvere (da non confondere con sabbia) tale da arrivare fino a tutto il Mediterraneo e anche più a nord? "Il fenomeno si origina quando viene a crearsi una bassa pressione tra Atlantico, penisola Iberica e Francia e una bassa pressione tra Italia e Balcani", ha spiegato Antonio Sanò, direttore de Ilmeteo.it. Affinché queste polveri possano arrivare in quota nell'atmosfera la circolazione dell'aria deve avvenire in senso antiorario per poterle sollevare. "La perturbazione che arriva da ovest incontra il flusso caldo proveniente da Sud, che è lento nella sua evoluzione perché è contrastato dalla bassa pressione a Est", aggiunge al Corriere.

La polvere del deserto

La situazione che stiamo vivendo è di "blocco" atmosferico: in questo enorme ingranaggio fatto di basse e alte pressioni e la sua lenta evoluzione consente ai venti desertici di raccogliere una gran quantità di questa polvere e trasportarla in cielo. Addirittura, Sanò spiega che "le nuvole di polvere arrivano fino a 10mila metri. La sabbia, più pesante, cade subito, la polvere può essere trasportata per migliaia di chilometri".

Non è certo un fenomeno nuovo: sempre più spesso, con l'avanzata dell'anticiclone africano si verificano casi del genere visibili anche dal satellite. Laddove ci saranno precipitazioni è inevitabile che questa polvere si depositi ovunque, negli altri casi sarà visibile in cielo fino a quando non viene spazzata da venti da nord o da ovest. Il diametro di questa polvere desertica è stato calcolato in circa 20 micron, una quantità minima da "volare" anche per migliaia di chilometri rimanendo in sospensione.

I numeri annui

Nel corso dell'anno, come detto, sono ormai frequenti eventi del genere: ebbene, secondo alcune stime, mediamente si sollevano anche 180 milioni di tonnellate di questa polvere desertica che nei casi più eclatanti può arrivare anche nel Centro-Nord Europa. In primavera, infatti, erano stati "sporcati" anche i cieli scandinavi per qualche ora. Questo fenomeno rimane, comunque, una prerogativa prettamente mediterranea con Penisola Iberica, Italia e Grecia a essere colpite a ripetizione. "Le Alpi costituiscono una barriera non facile da attraversare ma le polveri sahariane possono arrivare molto a nord. Sono state infatti trovate anche nei ghiacci della Groenlandia", sottolinea Sanò che ricorda anche il fenomeno della "neve rossa" sulle Alpi.

Cosa accade a chi respira queste polveri? Nulla di buono dal momento che assieme all'inquinamento normalmente presente nelle città può acuire

problematiche di asma e problemi respiratori nei soffetti predisposti. C'è anche un elemento molto positivo, però, dal momento che sono un ottimo fertilizzante perché contengono importanti concentrazioni di ferro e fosforo.

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