Famiglie milanesi con salari sempre più magri, spese ordinarie in continua crescita e capacità di risparmio ridotte allosso. Definitivamente tramontato il tempo della Milano da bere, dove più si lavorava più si poteva sperare di migliorare il proprio tenore di vita. Per la prima volta dal dopoguerra la città si scopre sempre più povera, con la necessità di stringere la cinghia per far fronte a un costo della vita che, stando alle rilevazioni Istat, nel 2007 è cresciuto mediamente di quasi l'1,4 per cento rispetto allanno precedente. Un dato superiore alla media regionale, che eccede di poco l'1,2 per cento, e che dà da pensare soprattutto perché la voce di spesa che ha registrato l'incremento maggiore è quella relativa ai generi alimentari, che incidono per quasi il 20 per cento sul totale delle spese di una famiglia milanese. A onor del vero, tutti i capitoli di spesa del paniere Istat registrano variazioni positive, più o meno accentuate, a eccezione della voce Comunicazioni, che segna una consistente decrescita (-8,9 per cento). Vediamo nel dettaglio le voci più significative.
Alimentari
(Comprendono anche bevande, alcoliche e analcoliche, e tabacchi). L'incremento del 5,5% su base annua registrato a Milano nel 2007 rispecchia l'andamento regionale e ci parla di prezzi tra i più alti segnalati nei diversi capoluoghi di regione per un gran numero di alimenti di prima necessità. Una recentissima elaborazione della società di ricerche Ref su dati forniti dal Mise (Ministero per lo Sviluppo economico) relativi ai prezzi medi di fine 2007 dice che i milanesi spendono 3,55 euro per un chilo di pane, 1,56 per la stessa quantità di pasta di semola e 1,52 per un litro di latte. Cifre che schizzano a 5,89 euro per un litro di olio extravergine d'oliva e addirittura a 14,35 per un chilo di carne bovina. In tutto, dunque, solo per questi beni essenziali si arriva a sfiorare quota 27 euro. E c'è da chiedersi quanto possano durare in un nucleo familiare medio di quattro persone.
Ristorazione
É la seconda voce del paniere Istat per incremento, con +3,2% sul 2006 (il dato regionale è del 2,9 per cento). Un dato interessante, perché significa che, dopo i beni di primissima necessità, aumentano a ruota quelle considerate spese superflue. Mangiare fuori (e permettersi soggiorni fuori casa) è sempre più considerato un lusso. Questo genere di spese copre il 10% del totale dei costi dei milanesi.
Istruzione
Nel 2007 gli abitanti di Milano hanno speso in media il 2,8% in più per fare studiare i propri figli. Un incremento importante, in linea con quello regionale, per una voce di spesa che incide per il 9,4% sul paniere totale Istat. Ci si consoli pensando che se la cavano molto peggio a Lodi e Pavia, dove è stato sfondato il tetto di crescita del 4 per cento.
Abitazione
Nota dolentissima. Sebbene le ultime rilevazioni del settore segnalino che a Milano sia più conveniente pagare un affitto che accendere un mutuo sulla casa (una locazione fa risparmiare in media il 37% rispetto alla rata mensile del mutuo), Tecnocasa ha monitorato che il canone di locazione annuo per un trilocale di 90-100 metri quadrati costa a Milano 13.200 euro, ossia 1.100 euro al mese. Al canone d'affitto bisogna poi aggiungere le varie spese (acqua, rifiuti, gas, elettricità, combustibili vari, condominio): un cumulo di costi che nel capoluogo lombardo ha registrato nel 2007 un incremento del 2 per cento.
Trasporti
Stesso incremento delle abitazioni ha registrato a Milano anche questo capitolo, dove rientrano i costi di trasporto pubblico e dei carburanti, ma anche, tra le altre, quelli di garage e parcheggi, pedaggi autostradali e l'acquisto di auto, motocicli e biciclette.
Abbigliamento
Incrementi più contenuti, infine, per abbigliamento e calzature e per le spese sanitarie, aumentati a Milano nel 2007, rispettivamente, «solo» dell'1,3 e dello 0,5 per cento.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.