Milano, prima della Scala: petardi e slogan in piazza

Alla Scala di Milano va in scena la Carmen di Bizet e fuori dal teatro si scatenano le proteste. Le foto: politici e vip, lo spettacolo. Così la Carmen diventa anticlericale. Zeffirelli: "Regista d'arresto" 

Milano, prima della Scala: 
petardi e slogan in piazza

Milano - Alla Scala va in scena la Carmen e fuori dal teatro, come tutti gli anni, si scatenano le proteste. Alcune centinaia di manifestanti hanno gridato slogan e gettato uova contro gli spettatori. La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine che controllano i manifestanti. Da questo pomeriggio una fitta pioggia batte su Milano e il centro della città è pieno di persone che sciamano per le vie per lo shopping natalizio.

Napolitano accolto dagli applausi
Il presidente della Repubblica è stato accolto dagli applausi e scortato nel palco d’onore dal sindaco di Milano Letizia Moratti e dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Molti i personaggi del mondo dello spettacolo come Valeria Marini, del mondo dell’economia, come Fedele Confalonieri e Corrado Passera. Tanti anche gli spettatori stranieri.

Un minuto di silenzio per i lavoratori Quest’anno la prima della stagione lirica della Scala si è aperta con un minuto di silenzio pensando alle aziende in crisi e alle difficoltà che vive il mondo del teatro. Gli orchestrali, come già successe nel 2007 per commemorare gli operai morti alla ThyssenKrupp di Torino, sono entrati nella buca e per un minuto sono rimasti in piedi in silenzio prima dell’inno nazionale in onore del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e delle note di Carmen diretta da Daniel Barenboim per la regia di Emma Dante. Sono stati i dipendenti della Scala a decidere il minuto di silenzio che è "a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi e, al tempo stesso - viene spiegato in una nota firmata dall’assemblea dei lavoratori, dalla rappresentanza sindacale aziendale e da Cgil, Cisl, Uil e Fials -, rappresenta quello che sta accadendo nei nostri teatri e alla cultura in generale senza un adeguato sostegno pubblico".

Gli operai dell'Alfa con il fantoccio di Marchionne
Gli operai dell’Alfa di Arese, per protestare contro la chiusura dello stabilimento, hanno portato in piazza Scala, in concomitanza con la prima del teatro lirico, un fantoccio che raffigura il numero uno di Fiat, Sergio Marchionne, nell’inequivocabile gesto dell’ombrello. In piazza vi sono anche aderenti ai centri sociali che hanno acceso alcuni fumogeni rossi. I lavoratori raccolti sotto le insegne della Cub hanno esposto un grande striscione con su scritto ’Lavoratori contro la crisì e chiedono a gran voce che lo stabilimento dell’Alfa non venga chiuso. "Abbiamo voluto desacralizzare Marchionne - ha spiegato Pierluigi Sostaro - perchè non è più il santo che fa miracoli e salva la Fiat ma un imbroglione che ha preso in giro gli operai e gli italiani. L’Alfa è un patrimonio di Milano e non deve chiudere".

Proteste contro i tagli
A manifestare anche i lavoratori dei teatri lirici italiani, che protestano contro i tagli effettuati al Fus (Fondo unico per lo spettacolo) i cui finanziamenti sono stati notevolmente ridotti, e per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori dello spettacolo.

Presente in piazza della Scala anche una folta delegazione del teatro Comunale di Bologna, che inneggia contro il sovrintendente del teatro bolognese, Marco Tutino, accusato di aver provocato un buco di 5 milioni di euro nel bilancio dello Stabile emiliano. Accanto ai lavoratori dei teatri lirici anche alcune delegazioni di operai di aziende del milanese entrate in crisi che hanno messo i propri dipendenti in cassa integrazione.


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