Milano scopre lo sballo dei quarantenni

Il capoluogo lombardo è la città con più consumatori occasionali di cocaina. Sono manager e professionisti in cerca di trasgressione

Sarà pure la generazione cresciuta con gli Spandau e i Duran Duran a far da colonna sonora alle prime trasgressioni. Con la «Vita spericolata» di Vasco presa in prestito per giustificare anche la loro di vita, ma, oggi come oggi, quella dei quarantenni d'assalto rischia di diventare una Caporetto del buon senso e di trascinare, conseguentemente, nel disastro ambientale irreversibile tutti e i cinque i sensi in dotazione.
L'ultimo bollettino di guerra o, meglio, dell'ennesima sconfitta in una guerra che è già persa in partenza, rimbalza dall'Hollywood e dal The Club di Milano. Locali nei cui bagni c'era, a quanto accertato dalle telecamere degli inquirenti, più via vai che alla stazione centrale. E dove anche lo sballo, evidentemente, era giudicato superiore a quello che ti può prendere quando vedi passare i treni, giusto per rimanere alla stazione centrale. Se non fosse uno schifo verrebbe voglia di sorridere immaginandoci star, starlette e sottilette varie, civettare con tutta questa pletora di animali notturni, dall'età in costante crescita, che, rimasta sola in città, a Milano, come a Torino come a Firenze, nel weekend va a nidificare nei privé o tra un water e un bidet di una discoteca trendy. Ma, scomparso dalle loro vite già da tempo il rock psichedelico, per i quarantenni dalla scarsa autostima e in piena crisi di identità, e, in compenso con il portafoglio ben fornito, le uniche piste da battere, prendiamone atto dopo quest'ultimo atto, sono diventate quelle della cocaina. Già, perché sono le statistiche e gli studi sociologici a raccontarcele queste cose. Tanto per cominciare i consumatori abituali di droga italiani sono quelli che spendono di più in Europa, l'European Centre for Social Welfare Policy and Research, ci dice per esempio che a Torino chi fa uso di cocaina, e non sono certo i ragazzini, spende in media fino a quattromila euro al mese. E a Milano l'esborso non dovrebbe essere certo inferiore. Molto più, in ogni caso, dei «colleghi di sballo» inglesi che sono i primi nella classifica europea del gradimento della cocaina, dove, peraltro, l'Italia occupa un disonorevole, quanto allarmante terzo posto. Nel trionfo dell'happy hour che in realtà non ha più ore definite dalla doppia birra al prezzo di una, ma promette felicità sempre e comunque, verrebbe da chiedersi perché chi ha tutto, compreso un ottimo stipendio, e non ha impicci di famiglia essendo single o felicemente divorziato o separato debba andare a spiaggiare nei vari Hollywood , alternando, magari, le evasioni stanziali con altre a Portofino o al «Forte». Una spiegazione più che attendibile è per esempio quella del dottor Luigi Piloni uno dei maggiori esperti di «dipendenze»: «Molti adulti assumono regolarmente cocaina, che padroneggiano meglio rispetto ai giovani. Sono soprattutto quarantenni e cinquantenni, affermati professionisti come avvocati, manager, musicisti, medici o architetti. Spesso passano dall'uso ricreazionale della droga, ad esempio durante occasioni conviviali, lavorative e sessuali per assumere poi nuovamente cocaina quando devono affrontare una riunione difficile, per sentirsi più sicuri di sé, più intraprendenti, aggressivi e sempre sopra le righe». Da qui deduciamo, se abbiamo capito bene, che il cocainomane quarantenne e più in carriera si sente invincibile. Perché il «contributo» recuperato in un bagno caotico, esalta ego, narcisismo e via discorrendo. Il profilo tracciato dagli studiosi si completa sempre allo stesso modo: persone all'apice della carriera, che spendono molto denaro, ben vestite, con repentini cambi di umore, è vero, ma con comportamenti di assunzione più oculati rispetto ai giovani. E i dati di queste ore sbalzi di umore ne procurano anche a noi confermando che la cocaina ha invaso negli ultimi anni le vie di Milano: almeno diecimila dosi giornaliere consumate, che diventano quindicimila nei weekend, con molti, troppi locali compiacenti dove si può trovare e consumare . Il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri, puntualizza: «È solo la conferma di ciò che sapevamo già.

I nostri esami sulle acque fognarie di Milano nel 2009 ci avevano permesso di scoprire questi vertiginosi numeri che aumentavano e aumentano in modo esponenziale dal venerdì alla domenica». Già, le fognature. Come dire: tutto finisce dove è tristemente cominciato. In bagno, appunto
Gabriele Villa

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