Almeno il 57% di visitatori in meno quest'anno (significa 6,1 milioni di persone) e il 35% nel 2021. Sono proiezioni che l'assessore comunale al Turismo Roberta Guaineri non può che definire «molto scoraggianti». La situazione è sotto gli occhi di tutti. Dopo il lungo lockdown una piccola parte degli hotel ha riaperto, i voli sono ancora ridotti, il boom di stranieri in piazza Duomo la scorsa estate sembra una cartolina del passato. E «la situazione resterà drammatica nel medio periodo» conferma il direttore di Milan & Partners Luca Martinazzoli, che cura le campagne di marketing per il Comune. Le strategie illustrate ieri in Commissione si basano su uno scenario di riapertura delle frontiere intercontinentali in autunno ma pesa come un macigno l'eventuale ricomparsa del virus. I viaggi internazionali resteranno sotto il livello del 2019 per i prossimi due anni, «fino al 2024 nello scenario peggiore». Si punta quindi a «ricostruire il brand Milano» puntando su turismo giovane e «di prossimità», che significa stimolare tour nei quartieri anche da parte dei milanesi e dalle città vicine (come Torino, Genova, Brescia o Lione con cui il Comune ha accordi di promozione reciproca). Gli investimenti si concentreranno per l'estate sull'Italia, dall'autunno in base alla situazione si investirà su spot nei mercati strategici: Cina, Usa, Europa intercontinentale e Inghilterra.
Tra i progetti per ripartire, il più interessante è «Fly to Milano» che il Comune sta costruendo con Sea e albergatori e lancerà una volta raccolto un buon numero di adesioni. In sintesi: chi volerà a Milano nei prossimi 12 mesi e prenoterà almeno due notti in hotel riceverà un voucher per un terza notte omaggio, da usare subito o quando tornerà in città. E si studia una City card turistica con vari servizi integrati (cultura, trasporti, ecc). Dal 15 luglio scatterà la campagna per invitare a scoprire i quartieri (da Magenta a Nolo, Trenno, Ortica). Accolta con qualche critica quella già partita sul turismo di prossimità, che mostra ad esempio i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi con il claim: «Birdwatching a Milano? Why not?». «Perchè un inglesismo forzato quando si cerca un turismo di prossimità?» contesta Alessandro De Chirico (Fi). Anche Basilio Rizzo (Milano in Comune) domanda se «non era altrettanto potente perchè no?. E avrei evitato di puntare sull'ironia, a Milano non si viene per il birdwitching quello, facciamo che valorizzino i nostri luoghi e puntino a tranquillizzare. Molti hanno paura a venire a Milano». Arriva a chiedere se «abbiano senso tutte le sirene spiegate delle ambulanze, si tengano spente quando non è necessario, spaventano e danno un'idea di città ancora in difficoltà».
Maurizio Naro, presidente albergatori di Confcommercio, è «preoccupato anche per le aziende che hanno policy che vietano trasferte fino a fine anno». E chiede al Comune di fare pressing perchè il Gran Premio di Monza dal 4 al 6 settembre «sia aperto almeno a un pubblico contingentato».
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