"Aiuti alle famiglie povere? A Milano troppo pochi soldi"

L'assessore al Bilancio del Comune attacca: "La misura del governo così ignora il collasso della Lombardia"

"Aiuti alle famiglie povere? A Milano troppo pochi soldi"

L'annuncio è arrivato sabato sera. Verso le 20 il premier Giuseppe Conte ha spiegato il nuovo provvedimento del governo a sostegno dell'economia. In particolare ha parlato di fondi per l'«emergenza alimentare», ovvero per «persone che non hanno i soldi per fare la spesa». Stanziati 400 milioni da distribuire tra i Comuni ripartiti in base alla popolazione e alla distanza tra il reddito procapite di ciascun comune e il valore medio nazionale ponderato per la popolazione.

«Il governo ha deciso nuovi aiuti per le famiglie e i Comuni. Quello che arriverà in più sono 400 milioni di euro da suddividere fra i Comuni italiani in base al numero di abitanti e alle famiglie che ne hanno più bisogno - ha spiegato il sindaco -. Non so quanti ne arriveranno a Milano, ma appena arriveranno verranno distribuiti». Stando alle prime stime a Milano spetterebbero 7, 3 milioni di euro, più o meno la stessa cifra che Palazzo Marino ha raccolto con il Fondo di Mutuo Soccorso lanciato qualche settimana fa.

«Gli aiuti sono insufficienti» commenta l'assessore comunale al Bilancio Roberto Tasca, a prescindere dal numero delle famiglie indigenti. «Un numero, per altro, che non corrisponde più, perché dal 21 febbraio la situazione economica dei lombardi è precipitata». Nel mirino dell'economista di Palazzo Marino il criterio di distribuzione degli aiuti: «La distribuzione non tiene conto della specificità territoriale dell'emergenza sanitaria. Ci sono regioni che hanno più quote di reddito di cittadinanza rispetto alla Lombardia, per esempio, che però si è trovata prima di altre regioni a essere colpita dal contagio e in maniera più violenta. In più il provvedimento è cumulabile con il reddito di cittadinanza quindi su alcune regioni si rischiano sovrapposizioni, che non rispondono al principio di efficienza economica».

Con altre parole ieri il sindaco ha parlato dei danni che la nostra città sta subendo per l'epidemia di coronavirus. «Più dall'alto cadi e più ti fai male», ha detto ospite alla trasmissione L'indignato speciale su Rtl 120.5: «La situazione a Milano è veramente particolare, perché noi eravamo in un periodo d'oro. Anche se non era esteso a tutti, certamente avevamo fatto un progresso incredibile. Ad esempio prima dell'Expo Milano aveva 5 milioni di turisti. L'anno scorso sono stati 10 milioni. Quest'anno probabilmente sarà uno e l'anno prossimo quanti? Tre? E poi si risalirà», ha detto il sindaco preoccupato per la perdita di posti di lavoro. «Io penso alla gente che ha meno, ai più poveri, poi alle grandi aziende penserà il governo.

Ma anche a Milano quanto si perderà in termini di occupazione? Quanti sono i giovani che sono con lavori a tempo determinato e verranno confermati? È molto difficile», ha osservato il sindaco, che pensa già alla ripartenza. E questo all'indomani dell'annuncio della cancellazione dell'edizione 2020 del Salone Internazionale del Mobile. Tanto per dare un'idea.

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