Albertini spinge sull'acceleratore La Lega non cede sulle primarie

È ancora Gabriele Albertini il nome su cui il Pdl sta lavorando per risolvere il sudoku di alleanze e candidature alle elezioni regionali. E il primo passo, deciso dal burrascoso vertice di lunedì in viale Monza, sarà cercar di convincere la Lega ad accettare un candidato condiviso. Perché a non essere più messa in discussione è l'alleanza, unica possibilità per sconfiggere un candidato forte come l'avvocato Umberto Ambrosoli, il figlio dell'indimenticato eroe borghese. Ma qui sta il problema, perché i segnali che arrivano da via Bellerio non sono incoraggianti. «Lancio un messaggio chiaro al Pdl - ha risposto ieri il vice presidente leghista della Regione Andrea Gibelli -: il dopo Albertini si chiama primarie di coalizione». Poche parole per affondarne la candidatura, confermando però la disponibilità a cercare un candidato comune. E del resto la linea del segretario Roberto Maroni è chiara. «La mia candidatura c'è, ora è il momento di decidere, basta tatticismi. Non possiamo andare avanti fino a Natale con queste discussioni senza senso». Ribadendo la disponibilità a «continuare l'esperienza di governo insieme». Ma aggiunge: «Formigoni ha detto che il suo candidato è Albertini. Bene, Maroni non sarà il candidato di Formigoni: è una buona notizia».
«Gabriele è un ottimo candidato - ha detto ieri il coordinatore lombardo del Pdl Mario Mantovani ad Affaritaliani.it - Ma se la sua uscita fosse stata concordata, sarebbe stato meglio. E se Albertini prende le distanze dai partiti, si autoesclude». E questo l'ex sindaco lo ha spiegato anche ieri. Ribadendo la sua indisponibilità alle primarie e al patto con il Carroccio. «Se la Lega ha scelto Maroni - il suo ragionamento - come si fa a chiedere ai leghisti di rinunciare a una decisione ribadita da 300mila voti?». Quelli delle primarie leghiste. Un muro contro muro che spinge Mantovani a guardare altrove. Ma senza rinunciare ai paletti. «Meglio che il candidato sia del Pdl - ribadisce alla Lega -, visto che loro già hanno il governo delle altre due grandi regioni del Nord. Teniamo come obiettivo primario il mantenimento dell'unione di tutta l'area di centrodestra. Vorremmo un candidato indicato da noi, o che comunque sia nostra espressione». E in caso di primarie a correre potrebbe essere proprio Mantovani. «Sono sindaco, sono un'amministratore. Se il partito ha necessità, noi siamo sempre pronti. Siamo come soldati». Ma il governatore Roberto Formigoni non si dà per vinto. «Tanti colleghi del Pdl - ha detto ieri - capiscono l'importanza strategica» del progetto di Albertini. Ma l'ex ministro Paolo Romani ribadisce che deve passare per le primarie, «altrimenti è difficile candidarlo».
Albertini, intanto, nonostante la defezione di Oscar Giannino e il gelo con il Pdl non lascia. E ha costituito l'associazione senza fini di lucro che dovrà «promuovere in Lombardia il ruolo dei cittadini» liberal riformisti «al fine di operare in modo innovativo rispetto a partiti o movimenti già esistenti».

Presidente e coordinatore della campagna elettorale sarà Carlo Maria Lomartire, vicepresidente Laura Girardi, tesoriere Gianfranco Berghieri. Nella squadra gli ex assessori e professori universitari Giancarlo Martella e Stefano Zecchi. «Lombardia civica» il nome.

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