Albertini: «Straccio la tessera se il partito sostiene un altro»

Sotto pressione da giorni perché dopo l'annuncio della sua candidatura ha fiutato la tenaglia in cui i colonnelli berlusconiani e la Lega lo vogliono stritolare, ieri mattina l'ex sindaco Gabriele Albertini è stato categorico. «Se il Pdl sosterrà un altro candidato che penso sia Maroni, potrei anche restituire la tessera». Una posizione durissima dopo giorni di rospi ingoiati. «La mia candidatura è indipendente dal Pdl», ha precisato a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico della Bocconi mostrando la tessera del partito, «la numero 216». Ma dalla replica del coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani, si capisce quanto ormai siano freddi i rapporti. «Credo che la tessera - ha spiegato il senatore - sia la cosa meno importante. Importante è non far vincere la sinistra e continuare il buon governo della Lombardia». Perché, un'altra mazzata, «la Lega è imprescindibile. Se il Pdl va da solo, la Lega va da sola e Albertini fa una lista civica, consegniamo la Lombardia alla sinistra e non credo che lui lo voglia». Una posizione identica a quella di Mariastella Gelmini che ha rimproverato ad Albertini di «non farsi carico dei problemi della coalizione». Con Mantovani che posticipa a quando ci sarà la data del voto la scelta del candidato pdl. E ad Albertini manda a dire che «può venire in sede e mettere sul tavolo i suoi programmi» e questo anche se non vuole una tessera di partito che pure «gli era servita per essere eletto alle europee tre anni fa».
Di «errore la rinuncia ad Albertini», parla il presidente pdl del consiglio provinciale Bruno Dapei. Che attacca Mantovani. «Mai come in questo momento - assicura - chi è stato nominato coordinatore regionale del mio partito è distante dal cuore dei nostri elettori». Per il segretario cittadino dell'Udc Pasquale Salvatore, «se le parole di Albertini si traducessero in un fatto concreto meriterebbero una riflessione politica in quanto elemento di rottura rispetto a uno schema di governo regionale Pdl-Lega che ha visto l'Udc all'opposizione». Albertini, intanto, lancia un appello ai partiti, a cominciare dal Pdl, perché continuino a sostenere il governo Monti e permettano lo svolgimento delle elezioni regionali al più presto evitando l'election day.
Alta tensione. Di più se ne saprà domani, quando a Milano arriva il segretario Angelino Alfano per partecipare nella piazza di Palazzo Lombardia alla manifestazione organizzata da Italia protagonista, l'anima an del partito. «La destra del Pdl per far rinascere il centrodestra. Sempre con gli italiani, mai con la sinistra», il tema presentato ieri a Montecitorio da Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl. «Come sempre - ha anticipato La Russa - continueremo a dare un contributo positivo al centrodestra. Può darsi che il Pdl cambi nome, ma per noi gli obiettivi sono sempre gli stessi, a cominciare da una politica pulita e fatta per passione».
Oltre ad Alfano interverranno gli ex ministri Mara Carfagna e Giorgia Meloni.

Non ci sarà Silvio Berlusconi che «non è mai venuto a questo tipo di cose. L'abbiamo comunque informato», spiega La Russa. Critico Sandro Bondi che parla di una «pura prova di forza interna, senza alcuna seria motivazione politica e culturale». Nervi tesi.

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