Albertini sul palco, la mossa decisiva del manager Parisi

Albertini sul palco, la mossa decisiva del manager Parisi

Il bello è che a Milano splende un sole di primavera. E se per cinque anni ci si è chiesti dove fosse finito l'arcobaleno spuntato su Piazza Duomo la sera della vittoria di Pisapia, ora si spera che una campagna elettorale cominciata in una così bella giornata sia di miglior auspicio.E certo la bella notizia c'è già.

Perché in tantissimi hanno scelto di chiudersi nei due teatri dove è partita la sfida tra Parisi e Sala. Milleseicento seduti e molti in piedi quelli di Parisi, solo 600 seduti quelli di Sala. Ma non importa, comunque vada è buon segno. Anzi è ottimo segno tutta questa voglia di partecipare. Di dire che è meglio occuparsi della politica, prima che sia la politica a occuparsi di noi. E non è un caso che tanto entusiasmo sia per due che non hanno fatto della politica una professione. Due manager di alto livello e due dalle indiscutibili qualità umane che daranno vita a una campagna elettorale un po' più moscia, ma di certo Milano non dovrà assistere agli sconci spettacoli che capita di vedere altrove. Magari a Roma.

E così è chiaro quale sarà nei prossimi anni la capitale d'Italia. La città a cui sarà affidato il compito di essere locomotiva di un Paese che ha un disperato bisogno di uscire da questa maledetta crisi. Quella che sta condannando quattro giovani su dieci alla disoccupazione, una tragedia che rischia di massacrare un'intera generazione. Ecco perché il modello-Milano non deve essere solo un programma che finisce con i Navigli. Ed ecco perché è stata una mossa decisiva l'idea di Parisi che ha portato sul palco un'unica persona: l'ex sindaco Gabriele Albertini. Un depliant vivente della Milano del centrodestra: uno che il suo modello-Milano può mostrarlo con i fatti.

Perché ha risanato tutte le partecipate comunali portando in attivo i bilanci (unico Comune in Italia), ha costruito tre depuratori, il maggior numero di stazioni del metrò, i quartieri modello con i grattacieli di Porta Nuova, il teatro degli Arcimboldi e la Scala ristrutturata a tempo di record, tangenziali, autostrade, la nuova Fiera di Rho-Pero, i parcheggi. Il tutto senza nemmeno un avviso di garanzia per sé o per gli assessori della sua giunta. Ecco quella fotografia del passato contro cui strilla la sinistra. Oggi davvero molto spaventata.

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