Alleati I dubbi di Salvini

«Avevamo chiesto a Formigoni di azzerare la giunta o dimettersi. Abbiamo ottenuto quello che volevamo e quindi abbiamo il dovere di andare avanti». Così il segretario federale della Lega Roberto Maroni ha siglato ieri sera la pace con il governatore Roberto Formigoni. Che nonostante le annunciate dimissioni in blocco di assessori e consiglieri regionali della Lega ha deciso di rimanere al suo posto. Ridisegnando una nuova giunta con poltrone ridotte e nuovi nomi. Una sconfitta dei falchi che nel Carroccio avevano chiesto di ascoltare una base sempre più a disagio nel sostenere un governatore costretto a contare già quattordici indagati e quattro assessori arrestati. Militanti che ieri sera si son trovati all'auditorium della Provincia in via Corridoni dopo che era stato lo stesso Maroni a dettare la linea di continuità per l'alleanza Pdl-Lega. «Siamo responsabili del governo della Regione Lombardia - le sue parole -, un governo che ha prodotto ottimi risultati. Intendiamo mantenere gli impegni presi, ma la vicenda che ha coinvolto un assessore è molto grave». Già convocato per domani il consiglio federale che stilerà la lista delle richieste da fare a Formigoni. Il «contenuto programmatico per la nuova giunta», lo chiama Maroni. In realtà il prezzo da pagare per il sostegno alla nuova giunta. In testa la riduzione dei ticket sanitari per i lombardi, gli aiuti ad agricoltura e alle piccole e medie imprese e per quanto possibile un invito al Pdl ad abbandonare l'appoggio al governo Monti. Già rinviata l'ipotesi di elezioni anticipate che però Salvini continua a segnalare («non è escluso che il consiglio federale decida di far saltare il tavolo, quindi a governare la Lombardia saranno i commissari» ha detto ieri sera). «Io sono una persona responsabile - ha detto Maroni -, a capo di un movimento politico che ha la responsabilità di quattro regioni del Nord. E non ho nessuna intenzione di cedere alle lusinghe e alle minacce della sinistra». Un appoggio a tempo? Non sembra. «Valuto che la Lombardia sia un modello di eccellenza in Italia. Se ci saranno le risposte che ci aspettiamo, si potrà continuare».
Del resto ieri pomeriggio lo aveva detto anche Umberto Bossi intercettato dai giornalisti alla Camera. «Le dimissioni? Io se fossi Formigoni non mi dimetterei».

Mentre il leghista Andrea Gibelli, alla domanda se il Carroccio abbia la possibilità di governare in Lombardia presentandosi da solo alle elezioni, ha risposto che «in politica niente è impossibile, soprattutto per un movimento come il nostro».

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