Antagonisti e tensioni etniche. L'estate calda delle "banlieue"

L'intitolazione del ponte al leader israeliano Ben Gurion respinta come "provocazione per gli arabi del quartiere"

Antagonisti e tensioni etniche. L'estate calda delle "banlieue"

L'intitolazione del ponte di Crescenzago a Ben Gurion, sarebbe «una evidente provocazione nei confronti della nutrita presenza di cittadini arabi del quartiere». Si arriva anche a questo, in una Milano dove perfino passeggiare con la kippah è diventato pericoloso, e «sconsigliato».

Non sono «insicurezza comune» dunque. Nell'estate calda di Milano si coglie qualcosa che va oltre l'abusivismo dilagante e la microcriminalità «fuori controllo», quella ormai denunciata anche da Chiara Ferragni. Una tensione etnica si avverte soprattutto nei quartieri meno centrali, e qualcuno tenta apertamente di soffiare su questo fuoco, nel tentativo di trasformare la rabbia delle periferie in forza «antagonista», in un'alleanza fra radicalismo politico e «religioso». La prospettiva, il modello, sono le «banlieue» delle città di Francia e Belgio, dove ormai interi quartieri sono sottratti alle regole civili e assumono i connotati di enclave sottoposte al controllo di gang etniche.

Qualche avvisaglia di questo tipo, a Milano, si è avuta a nei mesi scorsi, quando una serie di arresti e altre misure sono state adottate nei confronti di giovani «rapper» che imperversavano a San Siro, con una violenza che - come si è visto - non si limitava alle pose ribelliste e alle «canzoni» pubblicate in rete (se così si possono chiamare). La sinistra, col suo proverbiale buonismo, coltivava l'illusione che in nel mondo di quelle «crew» potessero emergere figure con un ruolo pubblico positivo, ambasciatori di integrazione, e invece per ora si sono messi in evidenza gli epigoni di una sottocultura che sposa, in maniera confusa, identità arabo-islamica e machismo.

Pochi giorni fa Il Giornale ha documentato come la semplice scelta di mostrare il copricapo ebraico sia sostanzialmente «vietata», e vissuta di per sé come una provocazione nei confronti dei giovani magrebini musulmani. E adesso la «provocazione» sarebbe la proposta, contenuta in una mozione del capogruppo di Forza Italia Alessandro De Chirico, di intitolare il ponte di Crescenzago a David Ben Gurion, prima presidente dell'Agenzia ebraica, poi fondatore di Israele e primo premier dello Stato ebraico. Che sia nata una «campagna per il no» lo annuncia un volantino, comparso in italiano e in arabo, che convoca un incontro in piazza Costantino riproducendo contenuti simili quello reso noto dall'assessore Riccardo De Corato a giugno.

De Chirico peraltro è fra gli esponenti del centrodestra più aperti alle istanze dei musulmani di Milano. «Sarebbe interessante capire chi sono gli autori - commenta - io sotto la mozione ho messo la mia firma, qui non si capisce bene. Se la questione è solo toponomastica, come mi scrive il presidente di Anpi Crescenzago, se quel ponte ha già un nome, allora mettiamo una targa - volentieri - e intitoliamo a Ben Gurion quello vicino.

Se invece non è questo, e ci sono settori che vogliono strumentalizzare quel no aizzando qualcuno, vuol dire che si vuole alimentare odio, ma questo è pericoloso, anche perché poi vediamo fenomeni di radicalizzazioni importanti. Mi auguro che ci siano prese di posizione del sindaco e del centrosinistra».

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