Appello del questore: «Violenze e appalti, ora leggi più severe»

Appello del questore: «Violenze e appalti, ora leggi più severe»

Dimenticate i numeri, le statistiche, gli elogi pomposi, le formalità più stantie. Il discorso di ieri mattina del questore di Milano Alessandro Marangoni davanti alla platea dell’auditorium del conservatorio Giuseppe Verdi in occasione del 160° anniversario della fondazione della polizia di Stato, è stato quel che di più lontano ci possa essere dall’ovvietà in materia di sicurezza. Marangoni ha avuto buone parole per tutto quello che funziona e spesso eccelle. Tuttavia non ha esitato a criticare anche quel che non va, sottolineando anche i non eccessivi sforzi che servirebbero a farci stare tutti meglio. Nei discorsi ufficiali, solitamente, i questori non parlano mai pericoli o allarmi. Quest’anno - nel rispetto di chi soffre per il terremoto e per i fatti di Brindisi - è stato eliminato persino il brindisi di fine cerimonia.
Davanti al ministro per i Rapporti con il parlamento Piero Giarda, al prefetto Gian Valerio Lombardi, al sindaco Giuliano Pisapia, a tutti i massimi vertici della procura, dell’arma dei carabinieri e della guardia di finanza, ma anche davanti alla vedova del commissario Luigi Calabresi, Gemma Capra, Marangoni infatti ha dichiarato che occorrerebbe maggior vigore normativo per incidere efficacemente sul crimine di strada e su molti comportamenti che, pur non essendo reati, rappresentano inciviltà e maleducazione, determinando nella gente grande senso d’insicurezza. «L’intero sistema della sicurezza andrebbe reso più attuale - ha ammesso Marangoni -. La polizia giudiziaria ha bisogno di un’appropriata autonomia per sgravarla da oneri non sempre di primaria importanza».
Auspicando il passaggio di competenze come il rilascio del passaporto o del permesso di soggiorno per gli stranieri dalla polizia ad altri enti il questore ha criticato anche il sistema sanzionatorio. «La pena - ha sottolineato - dovrebbe essere un modesto, ma immediato e reale castigo, non una lontana promessa». Naturalmente anche per gli stranieri: su 400mila residenti in provincia, 212mila abitano a Milano. «Un’altra città nella città» ha commentato con orgoglio il Marangoni. Senza dimenticare che molti extracomunitari, purtroppo, considerano ancora l’Italia «il ventre molle d’Europa, dove conviene trovare rifugio perché minore è il pericolo di essere processati e puniti».
Dopo aver sottolineato la forte e crescente dipendenza dei giovani da alcool e gioco d’azzardo - nuovi allarmi sul fronte della sicurezza in città -, mentre «la diffusione della droga «resta il fenomeno criminale associativo di maggiore rilievo», parlando sempre di Milano Marangoni ha assicurato che «l’azione investigativa per destrutturare, annientandole, le attività criminali delle organizzazioni di stampo mafioso, resta ai massimi livelli. L’Expo 2015 è ormai alle porte e da tempo sono in atto attività di forte contrasto per impedire l’infiltrazione criminale nel ghiotto paniere dell’indotto economico che la manifestazione mondiale porterà.

Affonderemo le nostre mani nelle tasche delle mafie restituendo alla società civile tutto quello che hanno accumulato».
Quindi il questore ha ammesso «i segnali di ripresa, da parte di formazioni anarchiche, dell’incubo del terrorismo. Contro il quale - non ha nascosto - anche qui a Milano vengono occupate le nostre forze migliori».

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